L’INTERVISTA DEL MINISTRO PIANTEDOSI SULLA SITUAZIONE DEI MIGRANTI
Pochi giorni dopo la Conferenza internazionale di cooperazione sulle migrazioni, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi mentre è impegnato a coordinare la rete capillare di aiuti per le gravi emergenze nazionali sul fronte clima, rilascia a “La Stampa” una lunga intervista per fare il punto sull’altrettanto emergenza sbarchi che nell’estate 2023 ha ripreso a condizionare e molto le politiche migratorie europee. «Il periodo estivo favorisce gli arrivi ma sono fiducioso che la collaborazione con i Paesi d’origine dia presto benefici concreti».
Serve attuare una strategia a lungo periodo, osserva il titolare del Viminale, che si fondi su approccio non soltanto “securitario”: la conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni presieduta dalla Premier Meloni, osserva il Ministro, «va proprio in quella direzione». È però il tema dei diritti umani a tenere ancora banco, specie dopo l’accordo tra Ue-Italia-Tunisia per la situazione emergenziale delle partenze di migliaia di profughi ogni giorno dalle coste tunisine: alla protesta di ong e associazioni umanitarie sugli accordi presi con il governo di Saied, Piantedosi replica che il più efficace contributo sotto il profilo umanitario va dato – per Tunisia, come per la Libia – «migliorando le loro condizioni socio-economiche». Per questo motivo, informa il Ministro dell’Interno, nei due Paesi dove partono la maggior parte dei migranti verso le coste italiane «sono attivi progetto di organizzazioni umanitarie internazionali che lavorano per la tutela dei diritti delle persone». Inoltre, rileva Piantedosi, vi è presente anche l’Unione Europea con la sua collaborazione per cui «non penso che qualcuno possa nutrire perplessità sull’attenzione che quest’ultima riserva alle condizioni dei migranti».
“SEMPRE AIUTI GARANTITI A CHI FUGGE DALLE GUERRE”: L’IMPEGNO DI PIANTEDOSI E IL PIANO DEL GOVERNO
Il piano con i Paesi dell’Africa è quello di fornire il più possibile strumenti concreti in “cambio” di una protezione dall’immigrazione incontrollata e irregolare: il Ministro Piantedosi ne è convinto, così come l’intero Governo italiano, «in questa prima fase occorre contrastare più efficacemente i traffici di migranti, fornendo apparati tecnologici, equipaggiamenti e motovedette per svolgere attività di low enforcement» a Libia e Tunisia. Ma non basta, il tema per Piantedosi è guardare al lungo periodo: «in una seconda fase grazie al Piano per lo sviluppo dell’Africa, puntiamo a sostenere la crescita economica di tutta quell’area».
Sono azioni a lungo termine per cui si punta a migliorare le condizioni dei Paesi di origine dei potenziali nuovi migranti: confermando che attualmente il “blocco navale” più concreto lo attuano proprio Tunisia e Libia, occorre poi anche migliorare le condizioni di chi arriva nel nostro Paese con nuovi posti da ampliare per gli hotspot (non solo a Lampedusa). Spiega ancora Piantedosi a “La Stampa”: «la situazione è estremamente complicata», eppure il sistema ha “retto” grazie «all’impegno delle prefetture e di tutte le amministrazioni territoriali», oltre all’ampliamento dei secret flussi voluti dalla Presidente del Consiglio su piano triennale. Ieri come oggi e domani, l’Italia non si tirerà indietro nell’aiutare chi fugge da situazioni allarmanti: secondo il Ministro dell’Interno, «aiuteremo sempre chi fugge dalle guerre, ma sul fronte dei migranti economici dobbiamo lavorare per creare condizioni di crescita e sviluppo sociale nei Paesi di origine».