Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha rilasciato una lunga intervista per il quotidiano Il Foglio, nella quale ha affrontato a lungo il tema delle migrazioni, unitamente ai rischi terroristici che l’Italia affronta. Tra i più importanti, quello che desta attualmente più preoccupazione è “l’antisemitismo. Dal 7 ottobre a oggi, abbiamo innalzato l’attenzione su questo terreno e abbiamo registrato elementi di preoccupazione”.
All’intelligence e al ministero, infatti, secondo Piantedosi risulta che “qualcuno utilizzi il conflitto in medio oriente per portare avanti campagne antisemite”, aumentando peraltro anche il rischio di “derive di tipo terroristico“. Tuttavia, è anche vero che “abbiamo innalzato il livello di attenzione”, andando a “individuare con prontezza le persone considerate pericolose” in quanto già radicalizzate o a rischio radicalizzazione. Complessivamente, comunque, Piantedosi in merito all’antisemitismo sottolinea che “oggi siamo all’interno di uno scenario che rientra nell’ambito del perimetro dei fatti controllabili“, ma non per questo si può ignorare la questione. Infatti, ci tiene a precisare che “l’antisemitismo è un fenomeno molto insidioso, che può essere l’innesco di altre forme di violenza, come quelle legate al radicalismo islamista“.
Piantedosi: “L’approccio europeo sui migranti da dei risultati reali”
Lasciando l’antisemitismo da parte, poi, il ministro Piantedosi passa a parlare del fenomeno migranti, partendo dalla tragedia di Cutro, che “per me è un pagina di grande dolore che si rinnova ogni giorno”, sostiene fermamente che “il lavoro serio porta risultati”. Risultati come il fatto che lo scorso anno si registrarono “20.248 arrivi”, scesi nei primi mesi di quest’anno ad appena “8.123“, grazie anche alla spinta italiana per le nuove politiche europee.
“La costruzione di un’architettura normativa in Europa“, promosso, spiega Piantedosi, dal governo italiano, ha portato ad “un approccio diverso, più collaborativo” con “il coinvolgimento dell’Europa nel dialogo con i paesi di transito e di origine per una logica di prevenzione”. Approccio, puntualizza, che “sta funzionando“, diminuendo complessivamente gli sbarchi e puntando “ai rimpatri volontari assistiti”. Per quanto, invece, riguarda la collaborazione con le Ong, il ministro Piantedosi sostiene, senza ovviamente fare nomi o puntare dita, che “non sempre si collabora” seppure “qualche volta succede”.
Chiudendo, poi, sui piani di accoglienza legale dei migranti, secondo i quali si prevedono 452mila ingressi, il ministro spiega che “non è escluso che vengano aumentati secondo le richieste del mercato”, rispondendo così agli imprenditori che chiedono almeno altri 120mila migranti nel computo totale per la manodopera. “Abbiamo visto”, spiega ancora Piantedosi, “che buona parte di queste richieste tende a concentrarsi in alcune aree geografiche, mentre in altre no, e stiamo ragionando di riformulare le quote in modo più coerente rispetto alle richieste del mercato”.