Il governo guidato da Giorgia Meloni ha mantenuto sin qui le promesse sul capitolo immigrazione, anche a costo di tensioni con altri Paesi europei. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, è la soddisfazione di Matteo Piantedosi. Ospite di Zona Bianca, il ministro dell’interno ha spiegato che è stato “ridotto il numero delle persone che ci vengono portate dalle Ong senza che questo sia andato a detrimento del salvataggio delle persone: questa è la strada giusta e dobbiamo proseguire su questa strada”.
Nel corso del suo dialogo con Brindisi, Matteo Piantedosi ha sottolineato che i veri salvataggi in mare sono quelli “che sono nella filosofia originaria del diritto internazionale del mare e che prevedono che una persona, un naufrago, assuma questa condizione in un momento specifico e ci sia qualcuno pronto a salvarlo nell’occasione. Non certo si deve trasporre questo concetto per ricerche di persone che partono già sapendo di doversi mettere nelle condizioni di naufragio”.
L’agenda di Matteo Piantedosi
Il Viminale continuerà a monitorare la situazione, ma l’agenda del ministro è già ricca di impegni. Matteo Piantedosi ha infatti annunciato prossime missioni in Turchia e in Tunisia, ma non solo: in programma una missione “quanto prima in Libia”, uno dei fronti più delicati del dossier migranti. L’obiettivo, ha spiegato, è “intensificare la cooperazione di Polizia e il sostegno a questi Paesi con l’offerta di flussi regolari d’ingresso che possano portare quanto prima a risultati tangibili e significativi per questo problema”.
Già negli scorsi giorni il ministro si era soffermato sul ruolo delle Ong. Interpellato da L’aria che tira, Matteo Piantedosi aveva sottolineato che le navi delle organizzazioni no profit spingono le partenze dei migranti verso l’Italia, rappresentando un “pull factor”: “Abbiamo l’ambizione di gestire noi il fenomeno e non possiamo consentire a navi private che battono bandiere di Stati esteri di sostituirsi al Governo italiano e poi c’è anche il ‘pull factor’. Ad Agrigento è stato registrato un abbassamento della qualità della produzione delle barche usate dai migranti e questo favorisce in alcuni casi quelle tragedie con il ribaltamento delle navi” .