IL MINISTRO PIANTEDOSI CONFERMA L’EFFICIENZA DEI CPR IN ALBANIA: COSA SUCCEDERÀ DA GENNAIO 2025

Era presente anche il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella riunione convocata stamattina d’urgenza dalla Premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi sul dossier dei centri di rimpatrio per i migranti in Albania (frutto del protocollo Meloni-Rama contestato da parte della magistratura) dopo la sentenza della Cassazione che ha di fatto difeso la legittimità del Decreto “Paesi Sicuri” del Governo. Poche ore prima il titolare del Viminale al “Corriere della Sera” aveva sottolineato come nel vertice con gli altri Ministri e la Presidente del Consiglio avrebbe annunciato la piena operatività dei Cpr aperti in Albania e subito contestati dai Tribunali italiani che hanno rimandato il caso alla Corte di Giustizia Ue dopo aver “disapplicato” il Dl del Governo sul rimpatrio nei Paesi sicuri.



Dopo che la Cassazione ha sottolineato che un giudice non può sostituirsi al Governo in processi politici, la leader FdI in missione in Scandinavia aveva sottolineato che sul dossier Albania la Suprema Corte dava piena ragione al Governo: oggi al “Corriere” è lo stesso Ministro Piantedosi a confermare che quei centri per migranti «sono pronti e saranno utili per velocizzare le procedure di riconoscimento della protezione a chi ne ha diritto», oltre ad essere un iter formalizzato per il rimpatrio di chi non ha quel diritto di asilo. Presenti al vertice oltre a Meloni e Piantedosi anche i Ministri Tajani (in collegamento dalla missione in Kosovo), Crosetto e Foti, oltre al sottosegretario di Palazzo Chigi Alfredo Mantovano. A gennaio dovrebbero riprendere con regolarità i trasferimenti nei Cpr albanesi, secondo gli iniziali accordi del protocollo: la riunione di oggi serviva a livello operativo per coordinare tutti i passaggi pratici per evitare altri “stop” dalla magistratura.



Resta l’attesa per la sentenza Ue sul tema dei rimpatri in Paesi sicuri/non sicuri, ma dal Ministro dell’Interno il piano del Governo non cambia: «non potranno impedire del tutto che il progetto possa decollare ed essere efficace», specie visto l’interesse che altri Paesi (compresa la Presidente Von der Leyen) hanno manifestato nei confronti del progetto italiano sull’emergenza migranti. Per Piantedosi la linea resta dura per gli ingressi illegali e non per particolare “cattiveria”, ma perché lo hanno richiesto gli elettori alle ultime Elezioni nel dare fiducia alla maggioranza di Centrodestra, «italiani chiedono di fronteggiare l’immigrazione irregolare ed insostenibile».



DOPO IL CASO OPEN ARMS NON C’È NESSUN “CASO SALVINI”: PIANTEDOSI RESTA AL VIMINALE, ”NESSUNA DIVISIONE, GOVERNO MI STIMA”

Dal 2026 l’Europa produrrà novità importanti sulle regole per i Cpr e i centri di trattenimento sulla scia di quanto adottato dall’Italia con l’Albania, una vera rivoluzione politica che solo fino a qualche mese fa sembrava impossibile a Bruxelles: Piantedosi annuncia che progetti simili ai Cpr in Albania saranno prodotti anche a Porto Empedocle e Modica, con una sinergia a lungo raggio con l’Unione Europea.

Nel corso della lunga intervista al “Corriere della Sera” è ancora il Ministro dell’Interno a tornare sul tema immigrazione da un altro versante, ovvero quello giudiziario nei giorni dell’assoluzione del collega Salvini sul processo Open Arms: «in merito alle Ong che protestano è falso e offensivo sostenere che vengano impediti i salvataggi in mare». Semplicemente il Governo Meloni con la guida di Piantedosi al Viminale intende farsi carico dei soccorsi in mare e al contempo produrre norme e operazioni che possano scoraggiare l’azione dei trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo. In merito poi al “can-can” mediatico mosso dalle dichiarazioni di Salvini sula possibilità un giorno di tornare alla guida del Ministero dell’Interno, Piantedosi smentisce su tutta la linea, confermando di rimanere al Viminale per l’intero sviluppo della legislatura (smentendo anche la candidatura alle Regionali in Campania): in merito poi allo specifico rapporto con il collega Matteo Salvini (con cui ha siglato proprio stamattina un protocollo interministeriale sul rafforzamento della sicurezza nelle stazioni ferroviarie, ndr), le divisioni paventate dalle opposizioni non esistono.

Lo aveva chiarito sia il vicepremier («Matteo sta lavorando bene ed è un amico») e lo ribadisce ora l’ex capo di gabinetto di Salvini all’epoca del Governo Conte-1: non ci sarà dunque alcun rimpasto di Governo, chiosa il Ministro Piantedosi, «Salvini è un amico, fece ottimo lavoro al Viminale e chi oggi in modo malevolo vuole insistere sulle divisioni si deve rassegnare». Non vi è alcuno strappo dopo la sentenza di Palermo, anzi, «ha prodotto l’effetto delle espressioni di apprezzamento del mio lavoro da parte del presidente Meloni e dello stesso Salvini».