Il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi, in una intervista al Messaggero, ha tratto un bilancio degli obiettivi raggiunti in termini di sicurezza al G7 in Italia appena conclusosi. È stata certamente una sfida vinta. “Sono state schierate sul campo 8 mila unità e devo dire che il coordinamento e la sintonia hanno funzionato benissimo”, hanno affermato. Una nota di merito è anche da ricondurre al fatto che l’evento di portata internazionale si è svolto per la prima volta in Puglia, una Regione su cui molti nutrivano dei pregiudizi. “Le complessità logistiche sono state non indifferenti. È stata una bella cartolina offerta al mondo”.



È ciò che ci si augura sarà anche il Giubileo in programma il prossimo anno a Roma, su cui sarà necessario lavorare molto per garantire altrettanta sicurezza. Il timore di atti terroristici è infatti inevitabile. “La Capitale su questo offre una consolidata esperienza, non ci spaventa la gestione in quanto tale di un grande flusso di pellegrini ma la possibile presenza tra loro di lupi solitari o personaggi pronti ad azioni eclatanti”, ha ammesso il Ministro. È per questo che bisogna operare in anticipo. “Abbiamo rafforzato l’attenzione utilizzando strumenti normativi e capacità operative che ci permettono di fare prevenzione, individuandoli non appena si espongono ad un processo di radicalizzazione”.



Matteo Piantedosi e le prossime mosse sul tema dei migranti

Il tema dei migranti è fortemente connesso a quello della radicalizzazione e dunque alle questioni relative alla sicurezza. Ne è profondamente consapevole Matteo Piantedosi, che da tempo di batte per arginare i flussi e per favorire i rimpatri. “Il nostro obiettivo resta quello di contrastare un fenomeno che è intollerabile e di farlo attraverso il Piano Mattei, che ha carattere generale e non predatorio”, ha affermato all’indomani del G7, in cui si è trattato anche di questo. 

Uno degli strumenti di cui il Governo si sta dotando, in tal senso, sono i Cpr, ovvero centri per il rimpatrio, che promettono di accelerare le operazioni di espulsione. “Abbiamo un elenco ma prima di renderlo noto stiamo compiendo le ultime verifiche tecniche, come abbiamo fatto per la realizzazione dei centri per il trattenimento di persone provenienti da Paesi terzi sicuri. A Pozzallo è già operativo, presto apriranno anche le strutture in Sicilia e in Calabria. Ci sarà un Cpr per Regione”, ha concluso.