IUS SOLI, IUS SCHOLAE, NUMERI EFFETTIVI SULLE CITTADINANZE: IL MINISTRO PIANTEDOSI FA ORDINE “GOVERNO NON RISCHIA”
Le fibrillazioni sullo Ius soli e in generale sulla possibilità di riformare la legge attuale sulla cittadinanza italiana esistono ma secondo il Ministro dell’Interno Matteo Piantodosi sono il “sale” della democrazia e sopratutto non porteranno il Governo a spaccarsi su questo. Intervistato dal “Giornale” dopo la visita con intervento sull’integrazione al Meeting di Rimini, il titolare del Viminale prova a fare un po’ di ordine sulle tante dichiarazioni emerse in questi giorni convulsi interni alla maggioranza sul tema Ius soli-Ius scholae.
Con Forza Italia e Tajani che continuano ad insistere sulla necessità di modificare la legge sulla cittadinanza avvicinandosi alle tesi del Pd (pur senza essere presente nel programma di Governo Meloni), Piantedosi riprende la linea della Lega di Salvini e spiega come la dialettica va bene sul tema ma il governo non rischia alcunché: «Qualsiasi riflessione per migliorare l’integrazione nella nostra società è utile […] ma l’Italia è il Paese che ha concesso il numero maggiore di cittadinanze a livello europeo negli ultimi 10 anni, molto più di Paesi che alcuni indicano come un modello da seguire».
Il Ministro dell’Interno fa sommamente notare che da un lato si continua a parlare di “svolta autoritaria” del Governo Meloni, dall’altro gli stessi parlano di tensioni interne alla maggioranza perché spaccata sullo Ius soli (o meglio sullo Ius scholae, la proposta avanzata da Forza Italia): Piantedosi aggiunge come in Europa un vero e proprio diritto di cittadinanza dopo il ciclo scolastico non esiste, «noi abbiamo un sistema già adesso molto più generoso». La dialettica per migliorare l’integrazione rimane, anche se per il Ministro Piantedosi entrambe le ricette di Pd e FI hanno problemi in essere non da poco: «possono diventare scorciatoie per ottenere la cittadinanza? Rischio molto alto», in quanto i trafficanti potrebbero essere “incoraggiati” da una legge del genere per poter far poi ottenere la cittadinanza con pochi anni di frequenza scolastica, «anche perché questo renderebbe inespellibili anche i loro genitori», osserva il titolare del Viminale.
MINISTRO PIANTEDOSI INTERVIENE SU MIGRANTI E CASO ARIANNA MELONI: “NON CI SONO REATI”
In poche parole, secondo Piantedosi adottare uno Ius scholae come vuole Tajani e parte della maggioranza “centrista”, potrebbe comportare un sostanziale cambiamento delle regole principali di ingresso sul territorio: inoltre, una sorta di Ius scholae è già presente in Italia e riguarda tutti i nati nel nostro Paese che ottengono la cittadinanza a 18 anni, come previsto dalla legge italiana da anni.
Spiega ancora il Ministro della Lega, «se hanno trascorso la loro vita nel nostro Paese, e già oggi per costoro si valuta la frequenza scolastica come elemento di integrazione ai fini della concessione». I dati aggiornati del Viminale indicano come già ad oggi, il 40% delle concessioni di cittadinanza italiana, «riguardano ragazzi entro i 19 anni».
Chiudendo l’intervista al “Giornale” su un altro dei punti caldi dell’agosto politico italiano – ovvero il presunto avviso di garanzia che a breve potrebbe essere inviato alla sorella della Premier Meloni – il Ministro Piantedosi prova ritiene comunque problematico che vi sia un atteggiamento della magistratura non sempre lineare e limpido sui casi che coinvolgono politici: «Conosco Arianna Meloni e non mi sfiora neanche l’idea che possa essere accusata di qualsivoglia scorrettezza o reato». Eppure sul tema delle presunte ingerenze delle indagini contro la politica il problema è tutt’altro che “inventato”, al netto che possa o meno essere il caso della sorella della Presidente del Consiglio ed esponente di punta di FdI: per Piantedosi, in molti (purtroppo tanti) casi nel passato «si sono rovinate carriere per accuse rivelatesi successivamente infondate e forzate. Io credo che converrebbe a tutti, ma soprattutto alla magistratura, lavorare per fugare ogni dubbio su questo».