Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha rilasciato un’intervista per La Stampa nella quale, in vista dell’anno nuovo, ha tirato le somme su migranti e sicurezza. Partendo da una considerazione generale, ci tiene a sottolineare che in merito alla nottata di Capodanno, “non ci sono elementi per un allarme terrorismo specifico“, seppure “la situazione è tale da richiedere la massima attenzione. La cornice internazionale è complessa e preoccupante”, sottolinea, e “siamo in una situazione di allerta, ma senza che questo porti a un inutile allarmismo”.



In generale, inoltre, il ministro Piantedosi spiega che “la sicurezza in Italia è tutt’altro che in affanno“, a differenza di quello che molti cittadini pensano, anche perché “molto spesso si riconducono a problematiche di sicurezza tematiche che, in realtà, riguardano fenomeni sociali”. Nonostante questo, però, “il governo ha avviato un percorso di rafforzamento degli organici del comparto sicurezza”, al punto che “i neoassunti tra le forze di polizia sono più di quanti vanno in pensione. Inoltre”, sottolinea ancora Piantedosi, “abbiamo incrementato il contingente dei militari per le operazioni di Strade sicure” e migliorato “le retribuzioni dei poliziotti”. Per la violenza contro le donne, invece, sostiene che “molti operatori delle forze di polizia si stanno specificatamente formando frequentando corsi dedicati“.



Piantedosi: “Sui migranti buoni risultati, ma non abbiamo centrato gli obiettivi”

Centrale, tuttavia, nell’intervista di Piantedosi il tema del migranti, sul quale con grande onestà ammette che “il numero di arrivi di quest’anno non coincide con l’obiettivo delle politiche che il governo ha avviato con il fine di contrastare e sconfiggere il traffico di esseri umani“, pur sottolineando che “ne sarebbero arrivati ancor di più” senza le “misure adottate negli ultimi mesi”. Libia e Tunisia, in particolare hanno contribuito a “bloccare molte decine di migliaia di arrivi” pari a 121.883, “un numero non molto lontano da quello delle persone arrivare”.



Gli accordi con l’Albania, secondo Piantedosi, sono “un indiscutibile successo diplomatico” che avrà “un impatto importante nel contrasto all’immigrazione irregolare anche sul piano della dissuasione”, peraltro “al centro dell’attenzione di future iniziative in ambito europeo”. Sul fronte della Tunisia, paese dal quale si registrano la maggior parte degli arrivi, spiega che “l’Italia intende fornire sostegno anche in campo socioeconomico per risolvere alla radice le cause profonde dell’emigrazione”, mentre sulla rotta balcanica, conclude Piantedosi, centineranno i controlli al confine con la Slovenia, i quali “non hanno comportato problemi di circolazione transfrontaliera”.