Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si difende dalle critiche ricevute per le espressioni “carico residuale” e “sbarco selettivo” che hanno suscitato l’indignazione dell’opposizione. «Se vi fermate all’esegesi delle espressioni burocratiche, fate pure, ma non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista dei diritti umani». Così ha risposto, a margine della presentazione del calendario della Polizia, ad un cronista che aveva chiesto chiarimenti riguardo tali parole usate dal titolare del Viminale per definire i migranti in condizione di non fragilità.



Per quanto riguarda i migranti rimasti a bordo delle due navi nel porto di CataniaMatteo Piantedosi ha aggiunto: «Non sono in mare ma sono al sicuro». Ma il ministro, come riportato da Askanews, ha replicato anche a chi ha definito illegale la selezione dei migranti che sono arrivati a Catania sulle navi ong. «Ci sono ricorsi in atto e si deciderà nelle sedi competenti».



MIGRANTI, PIANTEDOSI “STIAMO RISPETTANDO REGOLE”

Fanpage riporta invece il commento di Matteo Piantedosi alle critiche ricevute dall’estero per la gestione migranti. «Se stiamo rispettando le regole? Assolutamente sì». La Commissione europea, infatti, ieri ha dichiarato che «salvare le vite in mare è un dovere legale e morale e, in base alle norme internazionali, bisogna tenere le persone sulle navi il minor tempo possibile». Inoltre, fonti Ue hanno aggiunto che ritengono «molto difficile che sia possibile per i migranti presentare richieste di asilo direttamente sulle navi delle Ong». Anche le agenzie delle Nazioni Unite Unhcr e Oim hanno assunto una posizione decisa: «Le persone bloccate devono essere sbarcate rapidamente, senza ulteriori ritardi». Ma il ministro Piantedosi tira dritto anche riguardo i ricorsi presentati davanti al Tar contro il decreto che limita l’accesso ai porti alle persone soccorse dalle ong: «Ci sono dei ricorsi in atto, poi si deciderà nelle sedi competenti».

Leggi anche

Bagni no-gender a scuola a Trieste, polemica tra Usr e assessorato regionale Istruzione/ “Solo propaganda"