In una lunga intervista rilasciata per il quotidiano Il Foglio, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha parlato dell’attualità politica italiana, tra migranti e antisemitismo, ma anche del caso dossieraggio, di legalizzazione delle droghe ed elezioni in Russia. Partendo, infatti, dalla rielezione di Putin, si tiene a distanza dal dare giudizi “non basati sui fatti”, ricordando che “bisognerebbe conoscere realmente come sono avvenute le elezioni”, ma lasciandosi quasi scappare che “la Russia, ovviamente, deve ancora diventare una compiuta democrazia“.
Passando, poi, al caso dossieraggio, il ministro Piantedosi, prendendo nuovamente le distanze in quanto ministro che “si deve attenere a fatti che devono essere accertati”, sottolinea che “se fosse confermato quello che si è letto sarebbe gravissimo“. Dal conto suo, comunque, ritiene che “qualcosa si potrebbe fare, per evitare la proliferazione di casi come quelli descritti”, citando per esempio una rotazione dei dipendenti che hanno a che fare con “elementi di tale delicatezza, come informazioni sensibili”. Piantedosi, inoltre, si accoda alla premier Meloni nel sottolineare che non ritiene necessaria l’istituzione di una commissione apposita per il dossieraggio, dato che “ci sono già abbastanza luoghi dove questi accertamenti possono avvenire”.
Matteo Piantedosi: “Droghe? Legalizzarle da un messaggio sbagliato”
Centrale, nell’intervista a Matteo Piantedosi, anche il tema delle droghe, sul quale di dice “preoccupato”. In Italia, infatti, “la diffusione è purtroppo un fenomeno in crescita“, che è uscito dal solo problema sociale “che incide sul consumatore”, diventando un problema per la comunità, perché “è un fatto pervasivo che riguarda l’esigenza di riciclare i proventi”. Diffuso, in tal senso, il fenomeno della “sommersione” con i gruppi malavitosi che “sparano di meno ma fanno più affari“.
La droga, infatti, secondo Piantedosi produce proventi tali che “l’obiettivo prioritario è quello di riciclare in qualche modo questi soldi nei circuiti economici ufficiali” con l’effetto che “inquinano le attività di impresa, inquinano l’azione delle amministrazioni, si infiltrano nell’amministrazione locale”. Dunque, spiega il ministro, il governo continuerà con la sua azione di lotta al consumo e ci tiene a precisare che “i percorsi della droga vanno interrotti con nettezza anche quando si parla di droghe più leggere”. Non sarà, infatti, mai intenzione del ministro Piantedosi legalizzare le doghe leggere e, men che meno, quelle pesanti, perché oltre ad essere “un fatto educativo” che vuole far passare il messaggio che “drogarsi è sbagliato”, rappresenta anche una questione etica perché “lo stato non può consentire che ci sia una deliberata volontà dell’individuo di farsi del male”.