IL MINISTRO DEGLI INTERNI PIANTEDOSI DIFENDE IL DECRETO MIGRANTI
Dopo l’approvazione prima di Capodanno del Decreto Migranti-Ong, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi è tornato a parlare in questi giorni difendendo la scelta forte del Governo: mentre coordinerà in giornata la riunione con i vertici del calcio dopo i violenti scontri tra i tifosi di Napoli e Roma sull’Autostrada A1, il titolare del Viminale difende il Decreto approvato dopo le polemiche emerse dal mondo delle Ong e dal Centrosinistra. «Ci siamo mossi in linea con le convezioni internazionali: non neghiamo i salvataggi, non neghiamo che le persone vengano portare a terra ma cerchiamo di dare un quadro di regole», ha spiegato il Ministro parlando il 10 gennaio nell’ultima puntata di “L’Aria che Tira” su La7.
Il Decreto Migranti in vigore dal 3 gennaio scorso conferma la “stretta” sulle operazioni delle Ong impostando nuove regole stringenti affinché non possano compiere un servizio di “trasporto incentivato” per i rifugiati abbandonati in mare dagli scafisti. Come ha spiegato lo scorso 9 gennaio intervenendo al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ad Agrigento, il Ministro Piantedosi è impegnato affinché si possa continuare a «sostenere la Sicilia e la Calabria, per evitare che esclusivamente su di loro gravino gli oneri che, anche in ragione della collocazione geografica, da anni già affrontano».
SCONTRO GOVERNO-ONG, LE PAROLE DI PIANTEDOSI: “SPINGONO I MIGRANTI A PARTIRE”
Rispetto alla polemica sollevata dal Centrosinistra sulla presunta scelta di assegnare porti di sbarco a Comuni amministrati da sindaci Pd, il Ministro dell’Interno smentisce su tutta la linea: «Ho scoperto solo in questa situazione che i principali possibili porti di attracco sono governati da sindaci di sinistra. Con le regole che abbiamo dato le navi Ong rimangono in mare per un periodo più in precedenza spesso si aspettava un porto di sbarco anche per tre settimane. Noi invece consentiamo in un tempo breve di avere un porto di sbarco». Piantedosi nel difendere il Decreto, richiama assieme al senso di umanità nei confronti di queste persone, anche «fermezza e il rigore. È lo sfruttamento dell’aspirazione di queste persone a un mondo migliore che non deve far sì che si espongano al rischio di perdere la vita in attraversate che sono estremamente pericolose».
Dura è poi la reprimenda sulle navi Ong che fin dall’inizio del Governo Meloni sono entrate in rotta di collisione con la gestione Piantedosi del Viminale: «Abbiamo l’ambizione di gestire noi il fenomeno e non possiamo consentire a navi private che battono bandiere di Stati esteri di sostituirsi al Governo italiano e poi c’è anche il ‘pull factor‘ (ovvero il fattore di attrazione determinato dalla presenza in mare delle navi ong, ndr)». Secondo il Ministro dell’Interno infatti si è riscontrato una sorta di abbassamento «nella qualità di produzione delle barche su cui partono i migranti e questo favorisce in alcuni casi quelle tragedie con il ribaltamento delle navi».