Il numero di migranti sbarcati in Italia nell’ultimo trimestre sta calando, ma è ancora presto per trarre conclusioni sull’accordo con la Tunisia per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Discorso simile per la Libia. D’altra parte, nell’intervista rilasciata al Messaggero, riconosce «una congiuntura a livello internazionale caratterizzata da una serie di fattori straordinari che hanno determinato, lo scorso anno, un aumento dei flussi migratori irregolari e che va costantemente monitorata». Per la premier Giorgia Meloni non possono essere escluse infiltrazioni di terroristi tra i migranti, ma l’attenzione del Viminale è alta tramite il sistema di sorveglianza alle frontiere. Infatti, nel 2023 sono stati arrestati 154 migranti.



Ma Piantedosi segnala che flussi migratori importanti «dal punto di vista della concreta possibilità di politiche di integrazione, generano inevitabilmente condizioni di emarginazione che possono incidere anche sui temi della sicurezza». Anche su questo serve un’attività di controllo più intensa. A tal proposito, il ministro dell’Interno segnala che 77 migranti sono stati espulsi nel 2023 per motivi di sicurezza nazionale legati al rischio radicalizzazione, già due quest’anno. Per lo stesso motivo «sono stati inoltre rimpatriati 7 stranieri sospettati di essere coinvolti nel sostegno a reti jihadiste internazionali e per gravi turbative dell’ordine pubblico, provvedimenti resi possibili anche grazie alle misure introdotte dal governo».



PIANTEDOSI “LUPI SOLITARI? NON POSSIAMO SOTTOVALUTARE QUESTO RISCHIO”

Comunque, le attività di prevenzione antiterrorismo sono state innalzate al massimo livello dopo che l’allarme terrorismo è tornato a scuotere l’Europa e l’Isis si è fatta nuovamente “sentire”. Matteo Piantedosi parla di presidi rafforzati e monitoraggi intensificati. «Esiste il pericolo di radicalizzazione e le operazioni recentemente condotte in Europa – Germania e Spagna in primis – sono la testimonianza dell’attuale livello di minaccia». Al Messaggero spiega che c’è un costante scambio di informazioni a livello internazionale tra gli organismi di polizia. «Certamente il rischio che agiscano dei lupi solitari non va mai sottovalutato, come dimostrato dai gravi episodi accaduti recentemente in Europa. Non vi sono, comunque, allarmi specifici. Ma l’attenzione deve rimanere alta».



Ma il governo ha previsto anche il rafforzamento della presenza dei militari nelle stazioni per contrastare gli episodi di violenza. «A breve incontrerò i sindaci delle tre maggiori aree metropolitane per estendere le operazioni straordinarie di controllo del territorio anche alle aree limitrofe alle stazioni. I risultati stanno arrivando in termini di riduzione dei reati specifici in tali contesti», aggiunge il ministro dell’Interno, che segnala anche il rafforzamento dei presidi di polizia negli ospedali, dove sono stati aumentati del 50% i posti di polizia e aggiunti servizi di prevenzione generale. Nella provincia di Napoli ci sono poi nove ospedali che dispongono di un collegamento telefonico diretto con la polizia.

I CASI POZZOLO E ACCA LARENTIA, LE VOCI SULLA CANDIDATURA COME GOVERNATORE

Matteo Piantedosi si tiene lontano da considerazioni sul caso Pozzolo, precisando di non avere nulla da riferire, «se non per quanto riguarda la licenza di porto d’armi e le forme di tutela personale assicurate al parlamentare, che mi risultano essere state disposte all’esito di iter decisionali corretti». Il ministro dell’Interno al Messaggero smentisce che ci sia un problema di armi in Italia, visto che nel 2023 il numero di licenze di porto d’armi per difesa personale è calato rispetto all’anno prima, «mentre sono aumentati i provvedimenti sanzionatori in caso di abuso delle armi». Per quanto riguarda la commemorazione di Acca Larentia alla presenza delle istituzioni, il titolare del Viminale comprende l’indignazione, ma plaude «alla gestione dell’ordine pubblico ancora una volta garantita nell’occasione dalla questura di Roma».

Inoltre, riferisce che la questura di Roma sta indicando i fatti rilevati e le persone identificate alla magistratura, che effettuerà le valutazioni di competenza. «È esattamente lo schema seguito in tutti gli anni trascorsi in cui questa manifestazione si è svolta anche sotto gli altri governi con un numero di partecipanti anche maggiore». Infine, Piantedosi nega che gli sia stato chiesto di candidarsi come governatore in Emilia-Romagna o in Campania, ma ritiene anche che nessuno lo farebbe per diversi motivi. Lui dal canto suo non lascerebbe il ministero che guida: «Se me lo consente, le dico che per nulla al mondo mi sottrarrei volontariamente a questo compito».