CAOS A PISA, PARLA IL MINISTRO PIANTEDOSI: “NONS ONO CAMBIATE LE REGOLE SULL’USO DEI MANGANELLI DELLA POLIZIA”

Intervistato dal “Corriere della Sera” parla il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi rispondendo alle polemiche solevate in queste ore dopo gli scontri tra la polizia e gli studenti a Pisa e Firenze, in particolare sulle cariche con manganelli effettuate dalle forze dell’ordine nella giornata di venerdì ai cortei pro-Gaza. «Meloni segue o coordina tutte le questioni e le tematiche rilevanti per la complessiva azione di governo. Ma la responsabilità del mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza è mia e ne sono responsabile anche nei suoi confronti», sottolinea il titolare del Viminale che annuncia sui fatti di Pisa «quanto accaduto potrà essere compiutamente esaminato con serenità priva di pregiudizi».



Nella giornata di ieri Piantedosi ha poi parlato con il Presidente della Repubblica in merito ai fatti di Pisa, sottolineando di condividere nella sostanza il richiamo pubblicato nel pomeriggio di ieri dal Quirinale: «condivido le parole di Mattarella come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti». È però lo stesso Ministro dell’Interno a rilevare come sia fondamentale da sempre in tal senso «la collaborazione degli stessi manifestanti». Davanti a chi da sinistra parla da giorni di fascismo e di metodi repressivi aumentati sotto il Governo Meloni, il Ministro Piantedosi smentisce su tutta la linea: «Da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti». Dal Viminale ammettono che comunque l’impegno è notevolmente aumentato dopo l’inizio della guerra tra Israele e Hamas a Gaza, in quanto dal 7 ottobre 2023 «sono state più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti».



Piantedosi ammette di essere rimasto amareggiato nel vedere le immagini di cariche della polizia contro studenti anche giovanissimi: «Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti». Allo stesso modo, il Ministro chiede di evitare che singoli incidenti, seppur gravi come a Pisa, fungano poi come «volgari strumentalizzazioni e distorte rappresentazioni della realtà» da parte di qualcuno. Dalle valutazioni Piantedosi e il Governo non si sottrarranno, spiegando sempre al “Corriere della Sera” come ogni giudizio in merito ai fatti in Toscana non devono eliminare le regole dell’ordine preesistente: «preavvisare le manifestazioni, rispettare le prescrizioni e gli accordi intercorsi con le autorità di pubblica sicurezza e, più in generale, rispettare la legge, sicuramente aiuta». Il Viminale conferma che nessuna regola sulla gestione dell’ordine pubblico è cambiata, né dell’uso delle cariche con manganelli anche perché – conclude Piantedosi – «il governo non ha alcun interesse che si verifichino disordini, al contrario vuole assicurare la massima espressione delle libertà dei cittadini in forma ordinata e pacifica».



I FATTI DI PISA E L’INTERVENTO DI MATTARELLA: COS’È SUCCESSO

In merito ai fatti di Pisa e Firenze, dopo l’intervento al Tg1 del Capo della Polizia Vittorio PisaniGoverno non c’entra con le cariche, verificheremo l’accaduto con severità»), è la nota congiunta dei sindacati Cgil, Cisl e Uil a confermare l’evoluzione dei fatti che hanno portato agli scontri in piazza: «Il prefetto Maria Luisa D’Alessandro ha detto che non è stata data nessuna indicazione particolare per reprimere con la forza e i manganelli le manifestazioni in generale e nello specifico quelle pro Palestina. Il questore ha ammesso un problema di gestione della piazza dal punto di vista organizzativo e operativo, a suo avviso causato dal fatto che non erano chiari gli obiettivi del corteo».

Nella giornata di sabato è invece suonato politicamente come molto significativo l’intervento del Presidente Mattarella con una breve nota del Quirinale dove viene citato il colloquio con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi: «Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento».

IL VICEPREMIER SALVINI INTERVIENE SUGLI SCONTRI A PISA: “GIÙ LE MANI DALLE FORZE DELL’ORDINE”

In risposta indiretta al comunicato di Mattarella, e dopo le spiegazioni date da Piantedosi oggi al “Corriere”, ha parlato alla scuola di formazione politica della Lega domenica mattina a Milano il vicepremier Matteo Salvini: «Le parole del presidente si leggono ma non si commentano», sottolinea il leader della Lega aggiungendo come sia sempre meglio non arrivare a scontri fisici, anche se «Poliziotti e carabinieri sono quotidianamente vittime di violenza fisica e verbale. Anche in quella piazza. Se mio figlio andasse a urlare ‘sbirro coglione’ poi se la dovrebbe vedere con me».

Secondo Salvini chi mette le mani addosso alle forze dell’ordine resta un delinquente, mentre sui fatti di Pisa nello specifico il commento del Ministro dei Trasporti è più dettagliato: «E’ giusto analizzare se si è fatto tutto quello che si doveva. Se qualcuno ha ecceduto, sono donne e uomini non sono robot, ma è inaccettabile che tutti coloro che garantiscono sicurezza e democrazia vengano tirati in ballo nella contesa politica. Giù le mani dalle nostre forze dell’ordine». In conclusione, il leader della Lega Salvini sottolinea come sia inaccettabile la messa all’indice della polizia italiana, «non sono un corpo di biechi torturatori. Anche perché se si va in piazza con tutti i permessi, senza insultare, sputare, spintonare, non si ha nessun tipo di problemi. Bene ha fatto Piantedosi, faremo tutti gli accertamenti del caso».