Marco Cattaneo, direttore di National Geographic, è intervenuto in qualità di ospite a Cartabianca, trasmissione di Rai Tre condotta da Bianca Berlinguer e andata in onda nella serata di ieri, martedì 18 maggio 2021. Dopo avere preso la parola, il giornalista ha rilasciato una dichiarazione che, almeno inizialmente, ha fatto tremare i polsi anche al nostro Paese: “Due dei luoghi in cui secondo l’Oms e secondo la Fao è più probabile che possano insorgere eventuali zoonosi, ovvero nuove malattie trasmesse all’uomo, sono la Pianura Padana e l’Europa Centrale e la parte orientale degli Stati Uniti”.
Tuttavia, il rischio che la Pianura Padana si trasformi in una nuova Wuhan, luogo in cui ha avuto origine l’epidemia di Coronavirus, è ridotto: “Qui c’è una grandissima sorveglianza e vicinanza. Cosa che non accade in Cina, in India e in America Centrale, tre aree del mondo che sono particolarmente a rischio da questo punto di vista e non godono di severi e costanti controlli”.
CATTANEO: “CORONAVIRUS? OMS POTEVA FARE DI PIÙ”
Il giornalista Marco Cattaneo, ai microfoni di “Cartabianca”, ha poi portato a termine la sua disamina sottolineando come lo sfruttamento delle risorse presenti sul nostro pianeta renda più probabile l’insorgenza delle nuove epidemie, anche in virtù degli allevamenti intensivi, per ribadire successivamente come, a livello internazionale, si potesse e dovesse fare di più per porre un argine sin dall’inizio a questa pandemia: “Sulla potenzialità dei Coronavirus di diventare virus pandemici c’erano articoli scientifici fin dai tempi della Sars, uno dei quali era stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature nel 2015. In esso si denunciava il fatto che nelle grotte cinesi erano presenti almeno 200 Coronavirus pronti a compiere il salto di specie, ma l’appello è rimasto inascoltato. Probabilmente l’Oms avrebbe potuto intuire la gravità della situazione”. Per contro, va anche detto che “la Sars si era conclusa con 20mila contagi in un anno, dunque la capacità di contagio non era in verità così intuibile a priori. I casi di Sars riconosciuti sono stati pochissimi in Italia e nel mondo”.