La Presidenza del Consiglio si costituirà parte civile nel nuovo processo sulla strage di piazza della Loggia a Brescia. Lo ha annunciato il sottosegretario Alfredo Mantovano, spiegando che il governo “non ha ricevuto nessun avviso riguardante la fissazione dell’udienza preliminare del processo a carico di Roberto Zorzi e Marco Toffaloni, imputati per la strage di piazza della Loggia Brescia“. Per questa ragione, l’Avvocatura dello Stato, su mandato della Presidenza del Consiglio, “chiederà al Gup di Brescia la rimessione in termini ai fini della costituzione di parte civile, che seguirà non appena la rimessione sarà concessa“. L’annuncio è arrivato dopo le prime battute dell’udienza preliminare: si era infatti appreso che la Presidenza del Consiglio non si era costituita parte civile nel processo, a differenza delle famiglie delle vittime, il Comune di Brescia e le sigle sindacali che avevano indetto la manifestazione nel 1974.
L’udienza preliminare, che si è tenuta al Palazzo di Giustizia di Brescia, riguarda appunto il nuovo filone dell’inchiesta per la strage del 28 maggio 1974. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Zorzi che non è presente in aula. La nota arriva dopo richieste di chiarimento giunte da più parti. “Non so se la presidenza del Consiglio sia stata avvertita in merito a questa udienza o se sia stata una scelta di non costituirsi parte civile. Mi auguro che nel giro di pochi giorni venga chiarita questa situazione“, aveva infatti dichiarato il presidente dell’Associazione familiari vittime. Il Pd aveva anche annunciato la presentazione di un’interrogazione tramite il senatore Alfredo Bazoli e il deputato Gianni Girelli. Richiesta di chiarimento era arrivata pure da Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione.
LA MEMORIA DIFENSIVA DI ROBERTO ZORZI
Nella memoria difensiva depositata alla procura di Brescia, gli avvocati di Roberto Zorzi, accusato di essere uno dei due esecutori materiali della strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974, si spiega che “quanto riportato nell’informativa della polizia giudiziaria non assurga in nessun caso a elemento indiziario“. Il materiale istruttorio, infatti, “sembra più creare suggestioni frutto della P.G che comunque con impegno ha svolto indagini assai complesse“. I legali, come riportato dall’Ansa, precisano che “Zorzi nell’imminenza dei tragici fatti è stato prontamente oggetto di verifiche da parte dell’Arma dei carabinieri“. A tal proposito, ricordano che era stato portato in caserma e trattenuto per diverse ore per accertamenti. “Non solo la circostanza che lo stesso non si trovasse a Brescia il giorno dell’attentato è stata ampliamente verificata e accertata nella strettissima imminenza dei fatti“, aggiungono i difensori di Zorzi, “ma i carabinieri si sono recati subito presso l’esercizio pubblico/bar della stazione dei pullman frequentata ogni giorno dallo Zorzi per i suoi spostamenti dalla propria abitazione in Valpolicella al capoluogo Verona e il gestore e la figlia dello stesso bar hanno confermato senza ombra di dubbio di aver visto Zorzi nella giornata che ci occupa“.