L’Ema, agenzia europea dei medicinali, raccomanda ai pazienti di non usare il farmaco Picato, perché potrebbe incrementare il rischio di cancro della pelle. Ma di che medicina si tratta? Il Picato è un gel per il trattamento della cheratosi attinica della pelle, per ora bloccato in attesa della conclusione di quella che in gergo viene chiamata revisione della sicurezza del medicinale. Al momento si stanno studiando i dati su quei pazienti che hanno accusato cancro alla pelle dopo aver usato precedentemente il Picato. Si tratta dei risultati finali dello studio in cui il Picato è stato messo a confronto con l’imiquimod, un farmaco che ha all’incirca lo stesso scopo. È stato infatti dimostrato come il primo maggiormente rischioso rispetto al secondo. «Sebbene permangano incertezze, c’è la preoccupazione di un possibile legame tra l’uso di Picato e lo sviluppo di cancro della pelle. Il PRAC ha pertanto raccomandato di sospendere l’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale a titolo precauzionale ed ha fatto presente che sono disponibili trattamenti alternativi», scrive l’Ema.



Ema, “Non usare il farmaco Picato”: rimangono dei dubbi

Ora lo studio dell’Ema sul farmaco Picato dovrà passare dalla revisione della sicurezza medicinale. Ora è il momento infatti di approfondire questo, andando a studiare da vicino quello che è il reale impatto del medicinale sotto inchiesta. Dopo la revisione ci sarà una decisione ufficiale per capire come si dovranno comportare i pazienti affetti da cheratosi attinica della pelle. Al momento l’imiquimod è stato considerato decisamente meno rischioso del suo seppur maggior noto parente. Agli operatori sanitari l’Ema consiglia di non prescrivere Picato e devono considerare opzioni di trattamento alternative, mentre le autorità stanno rivalutando i dati. Inoltre, devono consigliare ai pazienti di essere molto attenti ad individuare qualsiasi lesione cutanea che possa presentarsi e chiedere prontamente il parere di un medico nel caso in cui ciò si verifichi. Nel comunicato si fa poi riferimento ai risultati finali di uno studio triennale su 484 pazienti: hanno mostrato una maggiore incidenza di tumori cutanei con ingenolo mebutato rispetto al comparator imiquimod (il 3,3% dei pazienti ha sviluppato il cancro nel gruppo Picato contro lo 0,4% nel gruppo di confronto).

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