Fabrice Picault choc sulla sua esperienza al Cagliari: l’attaccante statunitense si è scagliato contro Giorgio Melis, accusato di razzismo. Ma andiamo per gradi. Il 29enne, oggi in forza a Dallas dopo l’ottima parentesi ai Philadelphia Union, ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiale del team rossoblu ed ha denunciato episodi di razzismo legati agli anni trascorsi nel vivaio cagliaritano, quando era allenato da Melis: «Il nostro allenatore era una delle persone peggiori che abbia mai incontrato: mi chiamava scimmia o mi diceva che dovevo tornare nella giungla in Africa, o che i calciatori neri non hanno tecnica». L’attaccante ha poi messo in evidenza: «A volte mi ritrovavo adesivi con le scimmie sul mio armadietto e facevo a cazzotti anche due volte a settimana». Su Instagram, Picault ha ribadito di aver dovuto davvero fare i conti con quegli episodi di razzismo, mettendo però in risalto l’amore per la terra sarda, dove va in vacanza ogni anno.
PICAULT: “A CAGLIARI EPISODI DI RAZZISMO”, LA REPLICA DI MELIS
Le parole di Fabrice Picault su quanto accaduto ai tempi del Cagliari hanno fatto parecchio rumore sui social network e Giorgio Melis ha tenuto a chiarire quanto successo ai microfoni di Tuttomercatoweb. L’allenatore ha respinto tutte le accuse di Picault: «Io razzista? Ma quando mai! Smentisco categoricamente ogni tipo di affermazione di Picault: non avrei mai permesso simili atteggiamenti nella mia squadra, perché non fa assolutamente parte del mio modo di essere. Mio e di tutti quelli che gravitavano intorno al settore giovanile in quegli anni, dirigenti compresi. È un’accusa che non sta né in cielo né in terra». Giorgio Melis ha poi aggiunto: «Quando negli anni Ottanta ero ancora un calciatore e facevo le trasferte fuori dall’Isola ci chiamavano ‘sardignoli’ e ‘pastori’ e ho lottato tanto contro questo atteggiamento che ho subito in prima persona».