“Sono la voce di mio figlio perché i carcerati non li ascolta nessuno. Fatelo almeno voi perché lui (arrestato il 13 luglio scorso per un cumulo pene di 8 anni e 8 mesi ad Alessandria e di lì trasferito nel penitenziario di Ivrea) è stato picchiato, denunciato per una settimana nella cella liscia, riempito di tranquillanti e questo è accaduto in quel carcere a luglio e agosto scorsi”. Inizia così la lettera di una madre, Piera Daniela Calcagnile, riportata ora da La Stampa, e indirizzata ai due sostituti procuratori generali di Torino.



A Giancarlo Avenati Bassi e Carlo Maria Pellicano, i sostituti procuratori generali, è arrivata una lettera di denuncia. La donna l’ha spedita loro in quanto titolari dell’inchiesta che vede indagati per lesione e falso 25 agenti, medici e carcerati per presunti fatti avvenuti tra il 2015 e il 2016. La donna, nella missiva, spiega di aver notato delle ferite sul corpo del figlio e di aver indagato, fino a quando lui stesso non ha confessato tutto dopo essere stato spostato a Lecce.



La lettera della donna è proseguita così: “Durante l’ultimo colloquio avvenuto il 31 agosto avevo notato delle stranezze in mio figlio. Era dimagrito di 18 kg perché, mi disse, aveva iniziato lo sciopero della fame per chiedere di essere trasferito in un altro carcere, magari a Milano. Aveva gli occhi aperti, ma sembrava che non mi vedesse. Si reggeva a malapena in piedi. Avevo notato un bernoccolo sulla tempia destra. Mi ripeteva solo di portarlo via da quell’inferno“.

Nei giorni successivi, spiega La Stampa, la donna è stata avvisata dal carcere che il figlio era stato spostato da Ivrea fino in Puglia. Inoltre il giovane nel frattempo aveva tentato il suicidio cercando di impiccarsi con le lenzuola. “Appena sono riuscita ad incontrato mi ha raccontato tutto ciò che non voleva dire prima per paura di ritorsioni” ha rivelato la donna. “Cinque agenti sono entrati nella cella, lo hanno costretto a bere dei tranquillanti in dosi massicce, di molto superiori a quelle che lui assume per una terapia blanda. Mi ha detto: corri a fare denuncia e non farmi mai più tornare a Ivrea” ha proseguito la mamma del giovane. La signora Piera Daniela Calcagnile ha fatto un esposto ai carabinieri di Lecce.