Aveva fatto discutere l’assoluzione nei confronti di un uomo bengalese che aveva picchiato la moglie in quanto “facente parte della mia cultura”. Il caso, avvenuto a Brescia, aveva fatto il giro del web, come ricorda oggi Il Giorno, e fortunatamente non si è concluso, anzi, è stato disposto il rinnovo del dibattimento processuale per cercare di comprendere meglio quanto accaduto, forse anche per via delle numerose reazioni negative che aveva suscitato lo stesso.
Il bengalese era stato infatti accusato di maltrattamenti ma alla fine era giunta l’assoluzione, con il pubblico ministero Antonio Bassolino che aveva sentenziato “il fatto non sussiste” in quanto non costituiva reato. Tale decisione era stata motivata ricordando appunto il contesto culturale in cui era cresciuto il bengalese, che aveva picchiato la moglie non per sua “coscienza e volontà di annichilire o svilire la coniuge”, anche perchè la donna e l’uomo sono su un piano completamente diverso nella cultura dello stesso bengalese, aggiungeva lo stesso pm.
BENGALESE DI NUOVO A PROCESSO PER MALTRATTAMENTI: A MARZO NUOVA UDIENZA
Come detto sopra, la conclusione del pm sollevò un vero e proprio polverone mediatico, con numerose condanne dell’opinione pubblica, al punto che Francesco Prete, procuratore capo di Brescia, prese le distanze dalla decisione del pubblico ministero, prima che quest’ultimo modificò la sua versione e chiese l’assoluzione appunto perchè il fatto non era stato commesso.
Ora il nuovo colpo di scena, visto che la corte d’Appello di Brescia ha chiesto che la moglie venga riascoltata, così come l’attuale compagno, con la prima udienza fissata il prossimo mese di marzo. La vicenda è stata commentata dal deputato della Lega, Rossano Sasso, che ha ricordato come la cultura maschilista consideri la donna inferiore e che è una cultura che a suo modo di vedere è presente nella maggior parte delle persone che sbarca nel nostro Paese, precisando che “non si tratta di una opinione”.
BENGALESE DI NUOVO A PROCESSO PER MALTRATTAMENTI, IL COMMENTO DI SASSO
Ha quindi sottolineato il caso sopracitato del giudice italiano che ha assolto appunto il bengalese, nonostante violenze e schiavitù ai danni della moglie, per via del suo impianto culturale. Secondo Sasso, chi nega queste evidenze “non vuole il bene delle donne”, invitando una riflessione sul politicamente corretto. Sasso ha poi precisato come il 43,2% di coloro che sono accusati di violenza sessuale ai danni delle donne nel nostro Paese è un immigrato, una percentuale che appare ancora più significativa tenendo conto che sono solo il 9 per cento di tutti gli italiani.
“Cifre che lasciano senza parole” precisa, sottolineando come spesso e volentieri ci sono persone che si riempiono la bocca di “femminismo” ma anche “di rispetto delle donne”, ma che in realtà non sono dalla loro parte. Per Sasso alla base di tale violenza vi sono i ragazzi che sono deboli, spesso e volentieri “abbandonati dai genitori” davanti ai social, e senza punti di riferimento forti, oltre all’incapacità di mamma e papà di trasmettere educazione e valori.