I successi dei piccoli investitori che sconfiggono i grandi speculatori a Wall Street negli ultimi giorni sono diventati un argomento di discussione popolare. La vicenda si può descrivere in questi termini: alcune società quotate a Wall Street hanno raggiunto quotazioni record e completamente fuori da ogni logica perché i “piccoli investitori”, continuando a comprare, hanno obbligato gli investitori che stavano scommettendo al ribasso a ricoprirsi comprando titoli a qualsiasi prezzo. Qualcuno ha dovuto sostanzialmente dichiarare fallimento.
Negli ultimi giorni si stanno diffondendo liste di titoli su cui sono state fatte scommesse al ribasso da parte di investitori istituzionali per ripetere l’esperienza. Il fenomeno sta sfuggendo di mano e ieri non solo alcune piattaforme di trading americane hanno impedito gli acquisti, ma diverse autorità hanno sollevato il problema perché starebbero saltando i “principi base” dei mercati.
La vicenda è narrata come un trionfo dei piccoli risparmiatori che finalmente si prendono la rivincita sugli squali di Wall Street mentre i tentativi delle autorità di limitare il fenomeno come un’ingerenza ingiusta proprio quando anche i piccoli avevano scoperto un modo per fare soldi facili in borsa; oltretutto a discapito di quella classe di persone salvata dalle banche centrali dopo la crisi del 2008. Cè qualche verità in questa narrazione, ma le cose sono più complesse.
Il primo problema è che in questi rialzi fenomenali nessuno ci garantisce che non possano rimetterci le penne anche quelli che si sono messi a comprare perché, per esempio, il giochino non è riuscito e il titolo comincia a scendere o semplicemente perché si è entrati sul titolo troppo tardi.
Il secondo problema è più sostanziale. I piccoli risparmiatori che mettono all’angolo i grandi investitori scatenando rialzi colossali dipingono uno scenario singolare; a muovere i mercati e a garantire la liquidità sono, anche, i soldi dei piccoli risparmiatori in uno scenario in cui si dimostra che i titoli possono anche stare, e per un tempo non breve, a valutazioni fuori da ogni logica senza che nessuno possa in sostanza riportare il tutto al buon senso.
Prendiamo per buone queste condizioni: in questi mercati possono generarsi e mantenere storture evidenti e a garantire gli ultimi movimenti sono proprio i soldi dei piccoli risparmiatori. Date queste premesse non si può concludere molto sul destino di breve termine dei mercati. Ammettiamo pure che i mercati siano irrazionali; perché dovrebbero, improvvisamente, cominciare a essere razionali domani? Se sono irrazionali oggi nessuno ci garantisce che non possano essere irrazionali anche domani o addirittura più irrazionali ed esuberanti di oggi.
Detto questo le due condizioni di cui sopra rimangono e cioè su questi mercati si possono produrre storture molto evidenti e pronunciate e i movimenti sono prodotti dall’entrata dei “piccoli”. Sono due condizioni da tenere bene in mente perché l’entrata dei piccoli risparmiatori in questo modo e attratti da facili guadagni storicamente non è mai stato un bellissimo segnale e perché se i mercati sono “impazziti” o irrazionali nessuno ci garantisce che domani non impazziscono nel segno opposto. Possiamo, insomma, continuare a rimanere al tavolo, ma tendenzialmente senza mai distrarci neanche per un secondo e senza lasciare tutte le fiche sul tavolo.