Piccolo, bello, utile, ovvero come si pongono e come muteranno le piccole realtà locali e le piccole imprese nei cambiamenti che stanno interessando il mondo e che dovranno orientarsi sempre più verso uno sviluppo sostenibile. Se ne parlerà oggi al Meeting di Rimini (ore 17 Arena Sussidiarietà&Lavoro B1) in una tavola rotonda la cui introduzione è affidata ad Antonio Saladino del Dipartimento Sud della Fondazione per la Sussidiarietà; interverranno al dibattito Giacomo Ciambotti, dottorando in management all’Università Cattolica del Sacro Cuore e research fellow presso Alta Scuola Impresa e Società ed E4Impact Foundation; Giuseppe D’Ippolito, deputato (M5S) e membro della commissione Ambiente; Carmine Lupia, etno-botanico e ideatore e promotore del modello di sviluppo Valli Cupe; Massimiliano Monetti, presidente Confcooperative Abruzzo.
Ciò a cui stiamo assistendo nel nostro tempo è qualcosa di nuovo e di inedito: i cambiamenti climatici e le loro conseguenze, le dinamiche demografiche, le migrazioni che nei prossimi decenni prospettano di crescere in modo esponenziale, i cambiamenti nel mondo del lavoro con gli effetti derivanti dallo sviluppo tecnologico, la globalizzazione sempre più estesa che a fronte di apparenti pari condizioni di sviluppo rischia di accrescere i divari interni alle singole realtà sociali, nazionali e continentali.
L’Agenda Globale delle Nazioni Unite (Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile) ha fissato 17 obiettivi nell’ambito di una visione integrata dello sviluppo sostenibile basata su quattro pilastri: economia, società, ambiente e istituzioni. Per Antonio Saladino “non bastano più le parole abituali; le analisi con cui si è cercato per tanto tempo di capire la crisi del nostro mondo sembrano armi spuntate, è urgente un’assunzione di responsabilità personale e collettiva che parta dal basso, dalle realtà in cui ciascuno opera”. “Una visione complessa e integrata come lo sviluppo sostenibile -prosegue Saladino – deve partire necessariamente dalla credibilità del soggetto, della capacità della singola persona di avere coscienza delle influenze esterne e, allo stesso tempo, delle conseguenze del suo operato sull’ambiente circostante”.
Tra gli interventi alla tavola rotonda ci sarà anche quello del componente della commissione Ambiente della Camera dei Deputati Giuseppe D’Ippolito, che ha più volte rimarcato, già da prima dell’avvio della sua esperienza parlamentare, la necessità di una responsabilità diffusa nella protezione dell’ambiente con iniziative contro l’incenerimento delle biomasse, per il massimo riciclo dei rifiuti, per la gestione dell’acqua come bene comune e per la soluzione dei problemi di depurazione del mare (indagando anche sulle navi dei veleni disperse nei fondali del Mediterraneo).
Interverrà inoltre Carmine Lupia, ideatore e direttore della Riserva Naturale Valli Cupe, situata a Sersale (CZ), inserita nell’Archivio della Generatività Sociale, progetto, che vede la collaborazione tra l’Istituto Sturzo di Roma e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e che ha lo scopo di raccogliere e valorizzare esperienze, pratiche e politiche del nostro Paese che producono “valore”, sia esso di tipo economico, sociale o culturale.
“Le risposte al potere tecnologico sempre più diffuso e al sempre più profondo smarrimento riguardo al senso per cui ciascuno di noi sta al mondo e nella società, ma anche alle povertà endemiche, di beni e di significato, che dilagano nel mondo, dobbiamo darle noi – concordano Saladino, D’Ippolito e Lupia -. Ciascuno di noi, nessuno escluso, anzitutto mettendo a valore, insieme e con uno sguardo nuovo, le potenzialità storiche, ambientali e umane di cui disponiamo”.