Il Ministro per l’ambiente e per la sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervistato dal quotidiano Il Giornale, ha annunciato il piano del governo per riaprire il dossier nucleare. Sottolineando che nel referendum, come hanno confermato numerosi costituzionalisti, non ci sono divieti in merito ai nuovi impianti di quarta generazione, come ad esempio i mini reattori che potrebbero rappresentare il futuro di questa fonte di energia. E che questa è “Una partita da cui non possiamo restare fuori“. Un nucleare, che, come illustra il Ministro: “Ha bisogno di poche decine di metri quadri per un modulo da 50 mw“.
Anche perchè occorre invertire la tendenza, per raggiungere gli obiettivi zero emissioni previsti per il 2050, visto che: “Oggi noi produciamo un terzo di energia elettrica con le rinnovabili e 2/3 con fonti fossili“, quindi, “Ecco perché per avere una produzione nazionale costante, continua e sicura il nucleare è necessario“. Per questo l’Italia lavorerà al progetto comune europeo dell’alleanza per il nucleare proponendo un nuovo quadro normativo. “Entro 6 anni, saranno le aziende stesse a volersi dotare dei mini reattori per rendersi autosufficienti“.
Pichetto Fratin: “Non condivido lo stop ai pichettomotori termici, si dovrebbe puntare più sui biocarburanti”
Pichetto Fratin, nell’intervista al Giornale ha parlato anche della fine del mercato tutelato con passaggio al mercato libero, e delle intenzioni del governo per contenere i rischi di un aumento generalizzato delle bollette dicendo che in realtà ci si aspetta un ribasso dei prezzi medi: “Mi aspetto un prezzo medio più favorevole per le famiglie rispetto a quelli attuali del mercato tutelato“. In merito agli obiettivi Ue che impongono lo stop di produzione dei motori termici con passaggio all’elettrico, Fratin conferma l’avvio dei nuovi incentivi per l’auto.
Tuttavia non risparmia critiche per la decisione europea: “Quello che non condivido è il divieto di produrre motori endotermici oltre il 2035. Sono d’accordo che l’elettrico probabilmente sarà il futuro, ma è assurdo non contemplare altre strade verso lo stesso obiettivo, che è uno solo: la neutralità di emissioni CO2 entro il 2050.” Quindi si potrebbe puntare di più sui biocarburanti ad esempio. Però su questo da Bruxelles non sembra esserci interesse e secondo il Ministro la motivazione è che la produzione è principalmente italiana, quindi gli altri paesi pensano più a difendere le loro aziende. Ma conclude: “Sono sicuro che ci ascolteranno e convinceremo tutti“.