Sì al nucleare ma mai più centrali atomiche in Italia: questa la versione di Gilberto Pichetto Fratin. Nel pieno delle giornate finali della Cop28, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica si è soffermato sulla politica climatica del governo Meloni, rimarcando che questa non è cambiata: “Voglio precisare che noi non costruiremo mai nuove centrali nucleari in Italia. Lo Stato non realizzerà reattori, saranno eventualmente i distretti industriali o le singole aziende energivore a dotarsi di piccoli reattori modulari di quarta generazione. Lo Stato si limiterà a essere un soggetto regolatore. La Piattaforma che abbiamo lanciato continua a lavorare e non si occupa solo di fissione ma anche di fusione”, le sue parole ai microfoni di Repubblica.
Le parole di Pichetto Fratin
A proposito dei combustibili fossili, Pichetto Fratin ha evidenziato che l’Italia è allineata all’Unione europea partecipando attivamente alla discussione. Per il ministro in quota Forza Italia il phase out dei fossili deve valutare anche le condizioni dei singoli Paesi. L’Italia è ancora fortemente dipendente e una serie di imprese non possono arrivare alla de carbonizzazione pura: “Occorre individuare percorsi di transizione per le imprese altamente energivore, magari adottando nuove tecnologie come la cattura della Co2 emessa, o, appunto, i piccoli reattori modulari”. Pichetto Fratin ha poi sottolineato che l’Italia ha firmato l’intesa per triplicare – a livello globale – le rinnovabili installate entro il 2030: “Anche perché si tratta di un obiettivo che era già stato incluso nel nostro Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Il solare crescerà da 21.650 megawatt (2020) a 79.921 nel 2030 (+369,15%) e l’eolico passerà da 10.907 megawatt a 28.140 (+258%)”.