L’elogio a Conte, l’attacco al Centrodestra ma non solo: Pier Luigi Bersani a 360° ai microfoni di Piazzapulita. L’esponente di Articolo 1 ha esordito commentando il dibattito sul futuro di Mattarella: «A otto mesi di distanza dall’elezione di un presidente della Repubblica, chi pensa di sapere già cosa farà Mattarella o se sarà Draghi, vuol dire che ha una convenzione con il Divino Otelma: è inutile perdere tempo. Prendiamo sul serio con rispetto le cose che una persona seria come Mattarella dice. Ha detto che lui pensa che non sia il caso di un secondo mandato, poi si vedrà».
Pier Luigi Bersani ha poi tenuto a rimarcare: «Il problema dell’elezione del capo dello Stato e altri ancora mascherano il disagio politico di una maggioranza che non ha ragioni politiche per stare insieme. Ognuno fa le sue strategie e ci va di mezzo anche il toto-presidente, ma il dato di fondo è che questo governo è senza formula politica e dunque la politica è in transizione». Una battuta anche sull’atteggiamento della Lega: «Salvini non pensa di poter stare in questa situazione due anni, vede che fa fatica a reggere la situazione così e quindi cerca di accorciare. Il pretesto per accorciare è fare Draghi presidente della Repubblica».
PIER LUIGI BERSANI: “CONTE FISCHIATO ANCHE QUANDO FACEVA GOL”
Pier Luigi Bersani ha poi elogiato Giuseppe Conte: «Sui due punti fondamentali, come si governa la pandemia e come si fa l’architettura di soccorsi e ristori, a me pare che prevalga una continuità da Conte a Draghi. Conte è stato bistrattato, la tribuna vip lo fischiava anche quando faceva gol. Qualche gol lo ha fatto ma la tribuna vip fischiava. Poi qualche gol non lo ha fatto, ha sbagliato qualche rigore». Nelle ultime ore si è parlato molto della proposta di Enrico Letta, la tassa di successione, e Pier Luigi Bersani ha rimarcato: «Ci vuole una riforma generale del sistema fiscale che sia progressiva, noi abbiamo presentato una proposta che riguarda Irpef, Iva e lotta all’evasione. Non si alzano le tasse, ma si prendono i soldi dall’evasione con strumenti precisi, si abbassa il peso sui ceti medi e sul lavoro, e si inseriscono dei sistemi di riforma». Nel mirino, dunque, chi ha redditi più elevati: «Oggi il peso è sui ceti medi, il fatto di non fare pagare i ceti alti ha dato addosso ai ceti medi, bisogna riequilibrare con progressività, alla tedesca».