Il futuro del Centrosinistra ma non solo, Pier Luigi Bersani a 360° ospite di Agorà. Il volto di Articolo 1 – MDP ha esordito commentando le ultime disposizioni del governo sul green pass: «Purtroppo ci è capitato fin dall’inizio di essere i battistrada, siamo stati il primo Paese dell’Occidente a essere colpiti da una malattia sconosciuta. Se siamo nei punti alti della vaccinazione in Europa, questo ha a che fare col green pass e con la sua gestione. Io ritengo sensato che si sia un dato ulteriore. Con la riapertura della scuola, una certa ripresa dei contagi c’è: per preservare la scuola mi sembra saggio estendere il certificato verde».



La situazione in casa Lega ha acceso il dibattito nel mondo politico, in particolare nel Centrodestra, Pier Luigi Bersani ha le idee chiare: «Noi abbiamo visto tre Leghe: quella di Bossi, quella di Salvini e quella di Giorgetti e gli amministratori. Ci sono diverse idee strategiche. Salvini non credo che abbia voglia di fare congressi, ma di andare a votare prima che si può. Elezioni anticipate dopo il Quirinale? Lo dicono chiaramente Meloni e Salvini, il pregio di mandare Draghi al Quirinale è quello che poi si va a votare: si mette insieme il burro con la ferrovia, si dice dalle mie parti».



PIER LUIGI BERSANI: “IL CENTROSINISTRA SI DEVE MUOVERE”

La crisi della GKN ha riacceso i riflettori sul problema delle delocalizzazioni delle multinazionali, Pier Luigi Bersani invoca l’intervento di Bruxelles: «Bisogna fare un passo in avanti nell’aggravare le procedure di delocalizzazione, la cosa più efficace è colpire la reputazione. I rating internazionali hanno introdotto il concetto di sostenibilità, che ha una connotazione anche sociale. Io spero che in queste norme ci sia un elemento di stigmatizzazione, che possa procurare qualche problema. Il modo di aggirarlo lo trovano, a meno che l’Europa, che fa le procedure di infrazione a Orban, non inizi a fare procedure di infrazione a multinazionali che non rispettano il minimo di dialogo sociale previsto dai trattati, con la minaccia finale di essere esclusi dal più grande mercato del mondo. Questi così farebbero dialogo sociale anche a Natale e a Pasqua».



Nel corso della lunga intervista, Pier Luigi Bersani s’è soffermato anche sul futuro del Centrosinistra, del campo dei progressisti, e, dopo aver aperto alla leadership di Conte («Io non ho mai demonizzato Conte, ha una base di popolarità che è ancora vivente»), ha sottolineato: «Bisogna creare un campo progressista alternativo e finirla con gli egoismi, le chiusure e le passività. Bisogna darsi una mossa, perché di là vogliono accelerare, sentono che la sabbia può sfuggirgli dalle mani nel consenso, ma pensano che il nostro campo non sia pronto e non si può dargli torto. Bisogna muoversi». Poi Pier Luigi Bersani ha detto la sua sul confronto tra il governo Conte II e l’esecutivo guidato da Draghi: «Il governo Conte ha dovuto affrontare sfide più dure. Se il governo, con Conte e Speranza, avesse sbagliato il passo, non saremmo qui a lodare Draghi. La situazione adesso è più agevole, non abbiamo da lamentarci».