Sono trascorsi 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, un intellettuale che ha scritto pagine importanti della storia italiana. Artista a tutto tondo, il bolognese ha tracciato un solco nel mondo del cinema, con le sue idee spiazzanti e divisive, fino a diventare l’incubo dei censori in tutto il mondo. Il suo essere bastian contrario lo ha sempre contraddistinto anche a livello politico, portando tutto il suo mondo nei lungometraggi firmati nel corso degli anni, fino alla morte brutale…
Ossessionato dal peccato, Pier Paolo Pasolini aveva una visione estrema in ogni veste: da scrittore a poeta fino a cineasta, al punto da diventare sconcertante e a tratti insostenibile agli occhi dell’opinione pubblica. Ma il suo lascito è importante, ancora di più in questi giorni. Il piacere lo ha guidato fino in fondo, un cultore della bellezza e dell’armonia attirato dalla carne, forse alla ricerca di salvezza. Una cosa l’ha trovata: la gloria eterna. (Aggiornamento di MB)
100 ANNI DALLA NASCITA DI PIER PAOLO PASOLINI
Descrivere Pier Paolo Pasolini con un unico sostantivo è un’impresa impossibile da portare a compimento. È stato scrittore, regista, giornalista, pittore, poeta, intellettuale e chi più ne ha più ne metta. Una carriera assimilabile ad un angolo giro, declinata a 360 gradi in ogni sfaccettatura della cultura e della società. Il 5 marzo di cento anni fa, Pasolini veniva alla luce, ma bisogna attendere fino all’agosto del 1961 per vedere una sua pellicola alla Mostra del cinema di Venezia, seppur fuori concorso: si tratta di “Accattone”. “Io sono arrivato al cinema – dichiarò in un’intervista – dalla letteratura, e quindi assolutamente privo di preparazione tecnica. Addirittura, quando ho cominciato a girare il film, non sapevo la differenza tra panoramica e carrellata, né come si usassero gli obiettivi della cinepresa”.
Pier Paolo Pasolini mosse i suoi primi passi nel settore cinematografico a Roma, città nella quale era approdato nel 1949, a seguito di un trasloco dal Friuli, regione d’origine della famiglia materna. Un trasferimento che fu successivo a un processo per atti osceni in luogo pubblico e corruzione di minorenne, che gli costò l’espulsione dal PCI per “indegnità morale e politica”. Nell’inverno del 1949, poi, arrivò il coming out: la sua omosessualità divenne ufficiale e segnò tutta la sua vita e la sua carriera.
PIER PAOLO PASOLINI E IL SUO CINEMA CRITICATO
Le produzioni cinematografiche di Pier Paolo Pasolini furono spesso dibattute e criticate. Un esempio, in tal senso, viene fornito da “Il Vangelo secondo Matteo”, che certo non frenò le accuse di vilipendio alla religione inaugurate con “La ricotta”, mentre con “Salò o le 120 giornate di Sodoma” (1975) sconvolse letteralmente il mondo del grande schermo. Si tratta di una storia, scaglionata in quattro parti e ambientata tra il 1944 e il 1945 nel Nord Italia occupato dai nazifascisti durante il periodo della Repubblica di Salò.
Nell’ultimo periodo della sua esistenza, Pier Paolo Pasolini in occasione del congresso del Partito Radicale scrisse il seguente intervento: “Contro tutto questo voi non dovete far altro che essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, estremamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso. A scandalizzare. A bestemmiare”. Insomma, per Pier Paolo Pasolini scandalizzare non è solo un “diritto”, ma anche un “grande piacere”.
PIER PAOLO PASOLINI E LA MORTE VIOLENTA A OSTIA
Pier Paolo Pasolini è morto all’età di 53 anni, brutalmente assassinato. Era la mattina del 2 novembre del 1975, quando una donna trovò il suo massacrato sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia. A riconoscere l’intellettuale fu l’amico Ninetto Davoli. Pasolini aveva perso la vita dopo che era stato picchiato e travolto più volte dalla sua stessa auto. In fin di vita dopo le percosse, a portarlo alla morte gli urti e le ferite provocate dalla vettura che gli passò sopra.
Per l’omicidio venne accusato Pino Pelosi, all’epoca dei fatti 17enne, che nel 1982 ottenne la semilibertà e l’anno successivo la libertà condizionata, venendo poi arrestato più volte per altri reati. Morto nel 2017, Pelosi ritrattò la versione dei fatti di quel novembre 1975, incrementando il mistero attorno all’omicidio aumentando ancor di più il dibatto attorno all’omicidio. Nell’ultima intervista, rilasciata a “Tuttolibri”, Pier Paolo Pasolini affermò: “Non vi illudete. E voi siete con la scuola, la televisione, la pacatezza dei vostri giornali, voi siete i grandi conservatori di questo ordine orrendo, basato sull’idea di possedere e di distruggere. Beati voi che siete tutti contenti quando potete mettere su un delitto la sua bella etichetta. Non potendo impedire che accadano certe cose, si trova pace fabbricando scaffali”. Quasi un presagio, verrebbe da pensare.