Piera Maggio non si arrende. Non fa parte della sua indole. Anche ora che il gip di Marsala ha deciso di archiviare le nuove indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone, accogliendo la richiesta della Procura, la mamma della piccola sparita nel nulla il primo settembre del 2004 da Mazara del Vallo, avvisa tutti su Facebook: “Chi ha rapito Denise deve sapere che non finirà mai e che presto o tardi scopriremo la verità. Denise, da 17 anni, viene rapita ogni giorno…“.
A Piera Maggio non sono evidentemente bastate le parole del gip, Sara Quittino, secondo cui l’archiviazione “non significa ‘abbandonare’ ogni speranza o concreta possibilità di far luce sull’andamento dei fatti. Anzi. Come sottolineato dai pm all’udienza camerale è interesse della Procura e, aggiunge questo giudicante, è interesse della magistratura nel suo insieme perseguire la verità e continuare a indagare (o consentire lo svolgimento di ulteriori indagini) laddove, auspicabilmente, emergano ulteriori elementi suscettibili di approfondimento investigativo, per comprendere cosa sia accaduto Denise e perseguire penalmente i responsabili del suo sequestro. Ciò che potrà essere certamente fatto attraverso una riapertura delle indagini laddove si appalesi l’esigenza di nuove investigazioni“.



DENISE PIPITONE, INDAGINI ARCHIVIATE: LE MOTIVAZIONI DEL GIP

In ogni caso, scrive ancora il giudice per le indagini preliminari Quittino motivando la sua decisione, “non solo dalle lunghe e incredibilmente vaste indagini non sono emersi elementi sufficienti a sostenere un’accusa in giudizio, ma a questo giudicante non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona“. Nella nuova inchiesta, infatti, tra gli indagati, vi era pure Anna Corona, ex moglie del padre naturale di Denise e madre di Jessica Pulizzi, sorellastra della bimba che oggi ha 21 anni e che è stata definitivamente assolta. Secondo il gip “non appare possibile, allo stato, imputare all’indagata una condotta criminosa, né tanto meno una condotta sufficientemente precisa in ordine al reato e alle modalità di realizzazione della condotta: quale reato potrebbe essere addebitato alla Corona? Ove si optasse per il sequestro di persona quale condotta potrebbe essere contestata? Di mandante del rapimento? Di esecutrice materiale, nel senso che avrebbe fisicamente prelevato Denise dall’abitazione di via La Bruna? O l’avrebbe trattenuta in stato di privazione della libertà in un momento successivo al rapimento, intervenendo a supporto di altri soggetti che avrebbero inizialmente prelevato Denise senza che la Corona ne fosse a conoscenza? Ogni ipotesi accusatoria a carico di Anna Corona appare, al momento, assolutamente insuscettibile di essere vagliata in giudizio e, ancor meno, di condurre a una affermazione di responsabilità. E una (allo stato, si ritiene, certa) assoluzione comporterebbe d’altronde l’impossibilità di procedere a nuove indagini nei confronti dell’indagata“. Un passaggio, questo, che in un certo senso sembra di fatto andare incontro alla volontà di Piera Maggio di avere prima o poi giustizia, senza escludere altri soggetti da eventuali prossime indagini.



Compito del sistema giudiziario – conclude il gip di Marsala – non è quello di trovare a tutti i costi un colpevole, a prescindere dalla verità degli accadimenti e dalla sostenibilità di un’accusa in giudizio, onde ‘attutire’ in qualche misura l’immenso dolore delle persone offese e/o soddisfare il desiderio di giustizia e verità per Denise non solo insito naturalmente nelle persone offese, ma ormai ‘fatto proprio’ dalla generalità dell’opinione pubblica, che da sempre segue con estremo interesse ed empatia la drammatica vicenda di cronaca“.

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