Ai microfoni di Piazzapulita, trasmissione di La7 condotta da Corrado Formigli, è intervenuto nelle scorse ore Piercamillo Davigo, presidente della seconda sezione penale presso la Corte suprema di cassazione e membro togato del Consiglio superiore della magistratura. Oggetto del suo intervento è stata la presunzione d’innocenza che, a suo dire, rappresenta una delle piaghe più antiche e dolorose d’Italia. “Una cosa sono i sospetti, un’altra cosa sono gli indizi – ha dichiarato –. Allora, torno a ripetere: l’errore italiano è stato quello di dire sempre ‘aspettiamo le sentenze’. Se io invito a cena il mio vicino e lo vedo uscire con la mia argenteria nelle tasche, smetto subito di invitarlo a cena, non ho bisogno di una sentenza della Cassazione”.
Per poi passare a un esempio più crudo e pesante: “Se il mio vicino di casa è stato condannato in primo grado per pedofilia, sicuramente non gli affiderò mia figlia pensando che sia innocente. La Giustizia è una virtù cardinale, ma lo è anche la prudenza. Se l’opinione pubblica e politica decidessero autonomamente, non ci sarebbe questa tensione”. Per poi chiudere con una frase pronunciata proprio dallo stesso Davigo in passato sugli appalti di Mani Pulite: “Non esistono politici innocenti, ma colpevoli su cui non sono state raccolte prove”.