“DOC – Nelle tue mani” è certamente una delle fiction di maggiore successo di Raiuno, in grado di catalizzare l’attenzione di milioni di persone a ogni puntata. Tra i suoi punti di forza non c’è solo il cast, ma anche la trama, che trae ispirazione da una storia vera. Gli sceneggiatori hanno infatti deciso di basarsi su quanto accaduto a Pierdante Piccioni, medico che lavora presso l’ospedale di Codogno (ora diventato celebre perché qui era stato ricoverato il primo italiano contagiato dal Covid), che anni fa era stato vittima di un incidente.
In seguito all’impatto l’uomo era finito in coma, ma al risveglio aveva avuto una sorpresa inaspettata: non ricordava più niente degli ultimi dodici anni della sua vita. Tornare alla sua quotidianità è stato quindi tutt’altro che semplice.
Pierdante Piccioni è il medico che ha ispirato “DOC – Nelle tue mani”: come è cambiata la sua vita
Nel momento in cui la fiction ha iniziato ad andare in onda (la prima stagione di “DOC” è stata trasmessa in pieno lockdown) anche la vita di Piccioni è cambiata. Il dottore ha così avuto la possibilità di conoscere Luca Argentero, che veste i panni del medico che ha vissuto un’esperienza simile alla sua. “Quando ci siamo sentiti con Argentero, gli ho detto: ma ti rendi conto che tutti parlano di come dovrebbe essere il presidente della Repubblica, e fanno la descrizione di Doc? Empatico, equilibrato, in mezzo alla gente. Mi ha risposto con il sorrisino: “Ci potrei pensare” – ha detto in un’intervista al settimanale ‘Oggi’.
Il successo della serie ha modificato anche l’attività da medico di Pierdante: “Con Argentero ci invitano in tutto il mondo a presentare la serie. Siamo stati chiamati in un mucchio di quei Paesi che non li ricordo tutti, dal Canada alla Nigeria, dal Sudafrica alla Spagna, al Brasile, all’Australia. È diventato quasi un secondo lavoro, che faccio fatica a ritagliarmi negli spazi che mi restano in ospedale, dove lavoro a Lodi e Codogno, che non so se vi ricorda qualcosa, ma è la parte d’Italia dov’è scoppiato il Covid. Noi, è da allora che siamo in trincea. Così a volte devo fare proprio i salti mortali per riuscire a mettere insieme gli appuntamenti. Mi hanno chiesto qual è la cosa in cui mi sono identificato di più. E io vorrei dire che ce sono tante, però io lo so qual è, perché ho sofferto tanto per recuperare il rapporto con i miei figli. Rispondo che sono stati bravissimi a rappresentare le difficoltà che ha Doc nei confronti della figlia. È quello che è successo a me” – ha concluso.