Pierdante Piccioni, la confessione sui figli e la moglie post incidente
Pierdante Piccioni è un medico, scrittore e accademico italiano, meglio noto come il “Dottor Amnesia”. Nel 2013, infatti, dopo un incidente stradale, si è risvegliato dal come senza ricordare gli ultimi 12 anni: era convinto che fosse il 25 ottobre del 2001. Pierdante non è più riuscito a recuperare la memoria e ha dovuto lavorare sodo per ricostruire un’armonia, soprattutto nella sua famiglia con la moglie e i figli.
“La cosa più terribile è stato proprio incontrare i miei figli, Tommaso e Filippo. Io avevo in mente due bimbetti di otto e undici anni, che andavano alle elementari. E invece mi sono ritrovato davanti due adulti con la barba, studenti universitari, uno giocatore di rugby, l’altro pallavolista. Per me erano dei marziani, li rifiutavo, volevo tornare in maniera esasperata nel passato, nel 2001, dove si era fermata la mia memoria. E la mia felicità”, ha raccontato. “Credo di essere diventato un uomo e un marito migliore. Sicuramente posso dire di essere l’unico uomo che ha tradito sua moglie con…sua moglie. Quando l’ho vista dopo l’incidente non la riconoscevo più. Era invecchiata all’improvviso di 12 anni: per fortuna mi sono reinnamorato di lei” ha dichiarato.
Pierdante Piccioni, la vita del primario dopo l’incidente
Piccioni, che prima dell’incidente era stato primario del pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Lodi e di quello di Codogno, ha deciso di continuare a lavorare in ospedale, trovando percorsi specifici per disabili e malati cronici. È stato uno dei medici in prima linea quando è scoppiata la pandemia di Coronavirus. Lui stesso ha raccontato la sua storia nei libri “Meno dodici” e “Pronto Soccorso”, editi da Mondadori, scritti con Pierangelo Sapegno. E la sua vicenda ha poi ispirato la fiction di Rai1 “Doc Nelle tue mani”.
“Ho dovuto ricominciare tutto da capo. Ho fatto un master in Pazientologia, per capire com’è stare dall’altra parte. Non sapevo chi ero e ho deciso di aiutare i malati usciti dalla fase acuta, per non farli sentire abbandonati come me” ha dichiarato. “Tornerà il tempo dell’abbraccio, della normalità. Ma se vogliamo che ciò avvenga questo è il tempo di stare zitti e obbedire, di non pensare di essere più forti. Può sembrare brutale, ma chi in un giorno ha visto la propria vita stravolta è consapevole di quanto sia importante la disciplina: per un incidente ho perso la memoria, 12 anni spezzati via, cancellati per sempre. Solo la mia tenacia e passione mi hanno permesso di ricominciare anche se nessuno ci credeva” ha concluso il dottore.