Quella di Pierdante Piccioni è la storia di una vera e propria rinascita. Luca Argentero è riuscito a portare in tv, in Doc nelle tue mani, l’interpretazione di un uomo che riesce a riprendere la sua vita in mano, nonostante 12 anni di memoria persi. Lo stesso Argentero ha tenuto a precisare che “La serie racconta la malattia come possibilità di nuova occasione, di cambiamento, di sfida. Quando non è grave al punto da mettere in pericolo la vita stessa, forse può essere la strada per la ricerca del senso più profondo dell’esistenza”. D’altronde lo stesso Pierdante Piccioni si è detto molto soddisfatto del lavoro di Luca Argentero nella fiction: “Argentero, con cui ho lavorato a lungo, spiegandogli il mio vissuto, è stato molto bravo.” ha ammesso in un’intervista di alcuni giorni fa. (Aggiornamento di Anna Montesano)
“HO TRADITO MIA MOGLIE CON MIA MOGLIE!”
La storia di Andrea Fanti, raccontata nella fiction di Rai1 “Doc nelle tue mani” con Luca Argentero, non è perfettamente aderente a quella vera che vede invece protagonista Pierdante Piccioni. Non è infatti vera, ad esempio, la separazione dalla moglie. A confermarlo è proprio Piccioni che, anzi, racconta come sia riuscito a innamorarsi di lei per la seconda volta, nonostante dunque l’avesse quasi del tutto dimenticata. “Sono uno dei pochi che ha avuto la fortuna di tradire la propria moglie con la propria moglie. – ha raccontato Piccioni, come riporta Fanpage – Per me, dopo l’incidente, era tutta un’altra persona. E mi è ripiaciuta”. Una storia davvero unica nel suo genere quella di Pierdante Piccioni, che oltre ad una fiction è d’altronde diventata anche una serie di libri. (Aggiornamento di Anna Montesano)
“ANDREA FANTI È UN PO’ ECCESSIVO…”
Il vero nome di Andrea Fanti è Pierdante Piccioni. È lui il primario alla quale è ispirata la fiction di Rai1 con Luca Argentero. Una storia, quella in tv, che però presenta molte differenze con quella reale. A partire dallo sparo – inesistente nella vera storia – fino alla morte del figlio, tante sono dunque le incongruenze, tuttavia volute. Piccioni ha parlato anche dell’estrema severità di Andrea Fanti con i suoi sottoposti prima dell’incidente. Anche in questo caso c’è qualche differenza: “Ovviamente Andrea Fanti è un po’ più eccessivo, ma è uno duro nei rapporti con i pazienti. – ha ammesso Piccioni, come riporta Fanpage – Luca Argentero è bravissimo a rappresentarmi. C’è una scena in cui dice: “Il medico sono io e tu fai quello che dico”. Io ero un po’ così. Ora, invece, ho imparato ad ascoltare, a condividere, a entrare in empatia con i pazienti”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
PIERDANTE PICCIONI: “MIO FIGLIO MI DISSE…”
Chi sta seguendo la fiction “Doc nelle tue mani” sa che è ispirata a Pierdante Piccioni, primario di Pronto soccorso dell’ospedale di Codogno (Lodi) fino al 31 maggio 2013. In queste settimane il dottore si è raccontato in varie interviste, parlando del suo incidente e anche di quello che è stato il successivo rapporto con moglie e figli. Proprio su quest’ultimo aspetto, Piccioni a Tv Sorrisi e Canzoni ha raccontato: “Con mia moglie, che fa la psicologa, è stata abbastanza dura. E anche con i ragazzi ritrovarsi non è stato semplice. – ha ammesso il protagonista della fiction con Luca Argentero, per poi aggiungere – Mio figlio mi diceva: “Papà è come se qualcuno ti dicesse che Tex Willer non fa più il ranger. Lui è il ranger”. E io per loro sono Tex Willer”. (Aggiornamento di Anna Montesano)
PIERDANTE PICCIONI E IL PASSAGGIO DALLA LIRA ALL’EURO
Si chiama Pierdante Piccioni, è un medico ed è colui che ha ispirato la fiction con Luca Argentero Doc Nelle tue mani. Il dottor Piccioni, nel 2013, dopo un incidente sulla tangenziale di Pavia, si risveglia dal coma senza ricordare gli ultimi 12 anni: è convinto di essere nel 2001 e di aver appena accompagnato suo figlio, ancora bambino, a scuola. Non ricorda il passaggio dalla Lira all’Euro, l’avvento dei social network e che sua madre, qualche anno prima, si è spenta. Vede il mondo attorno a se improvvisamente invecchiato, mentre lui è fermo a un giorno di tanti anni prima, quando suo figlio, ventenne, è in procinto di compiere otto anni. “Veniva reputata impossibile da credere”, ha detto Pierdante Piccioni nel libro nel quale racconta la sua storia, “Meno 12”. “Poi sono venute fuori le lesioni. Quei mesi in cui sono stato trattato da demente e impostore li ricordo purtroppo”.
PIERDANTE PICCIONI: “I MIEI FIGLI? CI ABBIAMO MESSO UN PO’, MA..”
Per Pierdante Piccioni, una delle fasi più difficili del suo recupero è stata quella legata al rapporto con i figli: “Quando mi hanno detto: ‘Vuoi vedere i tuoi figli?’, ho pensato: ‘Questi sono matti, fanno vedere a due bambini piccoli il papà col catetere?’, ha raccontato a Fanpage il dottor Piccioni. “E poi sono entrati due giganti con la barba. Ho detto: ‘Si saranno sbagliati, saranno i figli di qualcun altro. Non sono i miei bambini’. Non è che io lo facessi apposta – ha precisato il medico – ma non sapevo chi fossero”. Recuperare il tempo perduto, però, non è stato semplice: “Ci abbiamo messo un po’ di anni […] – ha spiegato oggi Piccioni a Fanpage – Con equilibrio e col tempo, siamo riusciti a ritrovare un rapporto. Hanno superato il dramma di un papà che non li riconosceva e a cui all’inizio stavano anche sulle scatole. Io ho imparato ad accettarli per quello che sono e a vedere i loro aspetti positivi. Sono fiero di loro”.
LE PAROLE DI LUCA ARGENTERO
Oggi il dottor Pierdante Piccioni è tornato a fare il medico. Non lavora più come primario, ma nel pronto soccorso di Lodi, dove si occupa di persone affette da coronavirus ma in via di guarigione: “Ho studiato per tornare a fare il medico, ma ho capito che potevo essere più utile per creare dei percorsi per i pazienti dopo il ricovero in ospedale”, ha detto nei giorni scorsi a Fanpage. A fare tesoro della sua testimonianza, Luca Argentero, il quale, ospite in collegamento con “Che tempo che fa”, ha parlato della sua di come il contributo di Pierdante Piccioni sia stato prezioso per la costruzione del suo personaggio, Andrea Fanti: “Quando giri una storia vera e hai la fortuna di poterti confrontare con il protagonista di questa storia – ha detto l’attore – è un enorme vantaggio, perché ho avuto modo di farmi raccontare tantissime sfumature”.