Pierdavide Carone ricorda il suo amico e mentore Lucio Dalla a dieci anni dalla sua morte. Era infatti il 2012 quando si è spento uno dei più grandi artisti del panorama italiano. “Il ricordo più bello è stato sicuramente il suo mecenatismo” confessa Pierdavide Carone, ospite a Di Buon Mattino su Tv2000. “Facciamo un mestiere che è abbastanza ego-riferito” spiega, ma al contrario di quanto potrebbe essere comune nell’ambiente della musica Lucio Dalla “che era abbastanza consapevole di se stesso quindi non aveva bisogno di riaffermare se stesso attraverso la sovraesposizione di sé, usava il resto del tempo per concentrarsi su altri artisti, su artisti più giovani”. E definisce “un grande regalo” il rapporto umano, artistico e professionale che ha avuto con Lucio Dalla.
Insieme, l’inedita coppia –come li definì la stampa- conquistò il quinto posto al Festival di Sanremo nel 2012, dopo il successo che Pierdavide Carone aveva già riscosso nel 2010 ad ‘Amici di Maria De Filippi’. Durante la nona edizione del talent show, infatti, aveva ottenuto il terzo posto aggiudicandosi il premio della critica. La partecipazione Sanremo fu una “terribile notizia” per Lucio Dalla, mentre per Pierdavide Carone fu un vero e proprio “spartiacque”.
Pierdavide Carone, Lucio Dalla “diceva un bel po’ di bugie, ma…”
Pierdavide Carone ricorda a Di Buon Mattino, su Tv2000, come Lucio Dalla “diceva un bel po’ bugie. Anzi, secondo me neanche bugie, lui era iperbolico, nel senso che le cose che raccontava magari erano veramente successe, però non in maniera così esponenziale come poi le raccontava”. E poi con profondo affetto spiega che Dalla amava mettersi “al servizio della musica, al servizio dell’arte e delle persone. Lui veramente si spendeva per tutti, se un suo amico aveva bisogno anche di un aiuto finanziario e lo conosceva da poco” sapeva essere “veramente generoso”.
Pierdavide Carone racconta anche che “alle 18 in punto ogni giorno lui andava via dallo studio di registrazione dove stavamo lavorando a un disco”. Dopo avergliene chiesto il motivo, Lucio Dalla gli aveva risposto che “io alle 18 devo andare in chiesa” e lo faceva tutti i giorni, svelando così un lato profondamente spirituale ma anche molto riservato dell’artista. Pierdavide Carone nella sua intervista ha espresso profonda gratitudine nei confronti di Lucio Dalla, riconoscendo di avere alle spalle “un programma molto popolare che mi aveva dato un’esposizione molto pop” contrapposta al “tipo di percorso che stavo cercando di fare grazie a Lucio”, che “era un po’ più autorale, se vogliamo di nicchia”. “Credo che senza l’avallo di Lucio sarebbe stato molto più difficile compiere quel passo” ammette con affetto.