Pierfrancesco Favino è cugino di Beppe Fiorello? No, però l’attore è spuntato nei panni del Tony Manero siciliano per interpretare il parente “figo” dell’artista durante Penso che un sogno così in onda stasera su Rai 1. I due hanno un gran bel rapporto, ma nonostante non siano parenti e non condividano neanche la terra di nascita visto che l’attore è romano e non siciliano come il collega potrebbero avere una parentela quantomeno perché somigliano i loro colori. Siamo sicuri però che non sarà questo l’unico intervento di Favino all’interno della trasmissione anche perché un attore così importante sarà sicuramente chiamato a duettare sul palcoscenico per raccontare la storia di Beppe insieme a lui. (agg. di Matteo Fantozzi)



Tra gli ospiti di Penso che un sogno così

C’è anche Pierfrancesco Favino, tra gli ospiti della serata-evento dedicata a Domenico Modugno Penso che un sogno così, in onda oggi a partire dalle 21.25 su Rai1. Memore della loro passata esperienza da colleghi di set, Giuseppe ‘Beppe’ Fiorello ha deciso di invitare anche lui a prendere parte a questo progetto, nato come una dedica corale a uno dei più grandi artisti della musica italiana (e non solo). A proposito di set e di film, Favino è reduce dall’avventura televisiva di Tutti per 1 – 1 per tutti, sequel di Moschettieri del Re – La penultima missione, andato in onda su Sky la sera di Natale.



Tornare a vestire i panni di D’Artagnan (comprensivi di accessori come cappa e spada) è stato davvero elettrizzante. Oltre che esilarante: uno dei momenti ‘migliori’ in questo senso lo racconta lo stesso attore in un’intervista del 17 dicembre a Tv Sorrisi e Canzoni: “Prima di partire per questa nuova missione, andiamo a rendere omaggio al quarto moschettiere che non è più tra noi. Su quella tomba avremmo dovuto intonare un canto malinconico, invece è venuta fuori un’altra cosa divertente, provata la sera prima. È stato difficile girare fino in fondo la scena: ridevano tutti. Ma non so se sia finita nel film”.



Pierfrancesco Favino: “D’Artagnan tra i personaggi a cui sono più legato”

In realtà, all’interno della pellicola, non mancano scene emozionanti e commoventi fino alle lacrime. Ma – visto il suo stile anche un po’ comico – Pierfrancesco Favino si sofferma soprattutto sugli episodi leggeri. Peculiare la caratterizzazione che è stato in grado di dare al suo personaggio, con il suo modo di parlare a dir poco divertente. L’idea di questo tratto gli è venuta in mente in treno, in maniera quasi estemporanea: “Con il regista Giovanni Veronesi all’inizio avevamo un’altra idea, ma mentre ero in viaggio e rileggevo il copione, ho ragionato sul fatto che D’Artagnan fosse un personaggio della cultura francese, un eroe fanciullo. Così nella lettura successiva ho fatto sentire a Giovanni questo strano modo di parlare e si è divertito tantissimo. Questo è uno dei personaggi a cui sono più legato perché in lui c’è qualcosa di me, l’aspetto giocoso e comico, il fatto che sia un po’ bambino. Mi diverto molto a interpretarlo”.

Ed è un modo di fare – quello di D’Artagnan – che Favino si porta dietro anche nella vita reale: “Ogni tanto lo faccio con le mie figlie e per strada mi capita che soprattutto i bambini mi chiedano di parlare in quel modo e questo mi inorgoglisce”. Con loro gioca ancora: “Lea, che ha 8 anni, propone ‘giochi di ruolo’ mentre Greta, di 14, preferisce suonare o ascoltare musica con me”. Le due bambine sono nate dalla sua relazione con Anna Ferzetti, sua collega anche nell’ambito di questa produzione.