C’è anche Piergiorgio Odifreddi, tra gli ospiti della terza e ultima puntata di Felicissima sera, lo spettacolo condotto da Pio e Amedeo in onda ogni venerdì in prima serata su Canale 5. Cuneese, classe 1950, Odifreddi è uno dei divulgatori scientifici più noti a livello televisivo. Nelle sue pubblicazioni si occupa soprattutto di matematica, storia della scienza, filosofia, filologia e saggistica varia, sempre con uno spirito spiccatamente logico che, nel corso degli anni, gli è costato diverse critiche da parte del mondo accademico.
Dal suo punto di vista, la scienza è la ‘cenerentola della cultura’, motivo per cui si propone di incentivarne la diffusione e il dibattito nei media e negli spazi pubblici in generale. Come nelle scuole: “Siamo immersi tutti i giorni nella scienza: comunichiamo, lavoriamo e svolgiamo moltissime attività solo grazie a dispositivi che sono suoi figli”, spiega Odifreddi. Eppure non se ne parla mai abbastanza: su queste discipline c’è tanta ignoranza, e a farne le spese sono soprattutto gli studenti.
Piergiorgio Odifreddi: “Sistema scolastico di stampo fascista”
Ma a cosa è dovuto, secondo lui, questo scarso interesse per le materie scientifiche? “Ancora oggi ci portiamo dietro il retaggio del fascismo”, afferma Piergiorgio Odifreddi in un’intervista all’Huffpost datata 28 aprile. “L’impianto dell’istruzione secondaria di secondo grado, infatti, è influenzato da quello varato dalla riforma Gentile nel 1923 e già pensato da Benedetto Croce nelle ultime fasi dell’era giolittiana”. Più che di ‘scarso interesse’ da parte dei ragazzi, si potrebbe parlare di ‘scarsa incentivazione’ da parte degli insegnanti, a loro volta vittime di un sistema scolastico che per Odifreddi andrebbe riformato.
La proposta di Piergiorgio Odifreddi sulla riforma della scuola
Per farlo, prosegue il matematico, dovremmo ispirarci al modello statunitense. “La prima volta che arrivai negli Stati Uniti per insegnare all’università, ormai quarant’anni fa, rimasi stupito di fronte al sistema delle high school, equivalenti delle nostre scuole superiori. Lì non esiste alcuna divisione tra indirizzi di studio, c’è un’unica high school e poi ci sono i piani di studio grazie ai quali i ragazzi hanno la possibilità di modulare il loro percorso, scegliendo se concentrarsi più su materie umanistiche o scientifiche. Ma in una certa misura è obbligatorio dedicarsi a entrambe, perché è chiaro che un’autentica formazione culturale non possa prescindere da una delle due.
Da noi la situazione è differente: nonostante i licei scientifici rappresentino un buon compromesso e nei licei classici siano state leggermente aumentate le ore destinate alle discipline scientifiche, vige ancora una netta divisione”. In compenso, annota ancora Piergiorgio Odifreddi, i laureati in materie scientifiche (ingegneria su tutte) sono richiestissimi dal mercato del lavoro: un motivo in più per procedere in questa direzione.