Sette mesi dopo, l’omicidio di Pierina Paganelli è ancora un giallo senza soluzione. La 78enne è stata uccisa la sera del 3 ottobre scorso nell’area garage del condominio riminese di via del Ciclamino in cui viveva, massacrata con 29 coltellate da una mano finora ignota. La caccia all’assassino non si è mai fermata, ma l’inchiesta, finora, non ha portato ad alcuna iscrizione sul registro degli indagati. Restano al centro della vicenda, come soggetti ritenuti di potenziale interesse e per questo “attenzionati”, la nuora della vittima, Manuela, il fratello, Loris Bianchi, il presunto amante della donna e vicino di casa anche dell’anziana, Louis Dassilva.
La moglie di quest’ultimo, Valeria Bartolucci, ha sempre negato un coinvolgimento del marito e ha appreso della relazione extraconiugale tra l’uomo e Manuela Bianchi proprio durante le indagini sul delitto. Nonostante tutto continua a difenderlo e a stargli vicino, definendolo come un “capro espiatorio”: qualcuno, secondo la donna e lo stesso Dassilva, vorrebbe incastrarlo e avrebbe ordito una trappola ai suoi danni. Poche ore fa, riporta Corriere Romagna, i consulenti di Manuela Bianchi e di suo fratello, entrambi rappresentati dall’avvocato Nunzia Barzan e assistiti dal criminalista Davide Barzan, hanno chiesto che si prelevi il Dna di tutti i residenti del palazzo perché sussisterebbero “altre piste” che avrebbero già sottoposto all’attenzione della Procura.
L’ipotesi dei consulenti di Manuela Bianchi sull’omicidio Paganelli: lite con qualcuno dei residenti sfociata nel delitto
La tesi del pool che assiste Manuela Bianchi e suo fratello Loris, dunque, sarebbe quella di un assassino estraneo ai nomi finiti nel cono dell’attenzione investigativa fin dall’immediatezza dell’omicidio di Pierina Paganelli. L’avvocato Barzan, scrive Corriere Romagna, avrebbe annunciato l’imminente deposito di una memoria difensiva alla Procura di Rimini per sollecitare l’analisi di altre piste e, in particolare, quella del potenziale coinvolgimento di qualcuno dei residenti di via del Ciclamino nell’uccisione della 78enne.
Secondo il parere dei consulenti di parte, sussiste la possibilità che qualcuno, tra le oltre 200 persone che vivono nel complesso, abbia avuto attriti con la vittima e che “un diverbio, un’acredine” possano essere sfociati nell’assassinio. Nunzia e Davide Barzan, avvocato e criminalista che assistono Manuela e Loris Bianchi, ritengono verosimile questo scenario e per questo, riporta lo stesso quotidiano, hanno deciso di sollecitare gli inquirenti perché si effettui il prelievo del Dna di tutti gli abitanti del condominio. Il killer della pensionata, questa la convinzione della difesa della nuora, va cercato altrove e sicuramente al di fuori della sua cerchia familiare.