L’omicidio di Pierina Paganelli è tornato protagonista della diretta di Ore 14 che è partita dall’imminente incidente probatorio con il quale si cercherà di dare una risposta più precisa ai video che incastrerebbero l’unico indagato, per arrivare fino ad alcune dichiarazioni rilasciate dallo stesso Louis Dassilva già diversi mesi fa in merito alle impronte rinvenute sul corpo dell’anziana signora: presente in trasmissione (come sempre) anche la criminologa Roberta Bruzzone – in questo caso di cronaca scelta come consulente di parte per la difesa dell’indagato – che ha spiegato l’attuale linea difensiva per il suo assistito.
Partendo dalle novità sul caso di Pierina Paganelli, attualmente si attende che si svolga l’incidente probatorio per definire se quel famosissimo video che incastrerebbe l’indagato collocandolo (è bene precisarlo: ipoteticamente) davanti ad una telecamera di sicurezza sia effettivamente lo stesso Dassilva: gli inquirenti nei prossimi giorni lo faranno passare in quello stesso punto, simulando la camminata e l’illuminazione e a fronte di un eventuale riscontro negativo allora le indagini dovrebbero ripartire da zero.
Dassilva: “Ho toccato il corpo di Pierina Paganelli su collo e polso dopo il ritrovamento”
Soffermandoci – invece – sulle parole di Dassilva sulle impronte trovate sul corpo dell’anziana signora, nell’interrogatorio dello scorso 25 giugno l’indagato ha spiegato che dopo il ritrovamento del cadavere “l’ho toccata sul collo e sul polso sinistro“, per capire se la signora – che in quel momento conferma che non aveva ancora identificato – fosse ancora viva: qui interviene subito la criminologa che ci tiene a ricordare che “le impronte non sono state trovate e non credo neanche che siano state cercate in quelle sedi”, aprendo a non pochi dubbi sulle modalità in cui sono state svolte le indagini.
“L’unica cosa che ci resta oscura – precisa ancora la consulente del presunto assassino di Pierina Paganelli – è che non ci sono tracce o orme compatibili con i liquidi persi dal barattolo”, avvalorando che l’assassino sia “uscito verso l’ascensore” dato che l’assenza di luce non avrebbe reso possibile superare la salma senza calpestare alcun liquido; fermo restando che secondo lei l’assassino avrebbe “approfittato di un momento particolare cogliendola di sorpresa” senza lasciarle neppure il tempo “di pensare di reagire”.