Per parlare dell’omicidio di Pierina Paganelli è stata ospite ieri sera della trasmissione Quarto Grado la genetista Marina Baldi, che fa parte del pool difensivo di Louis Dassilva. Alessandra Viero, co-conduttrice del talk ricorda che fino ad oggi sono emersi tre profili diversi di dna, ma bisognerà capire se saranno utili o meno. M1 sarebbe stato ritrovato su un coltello e i pantaloni di Pierina Paganelli, tutti e due oggetti (il coltello non è l’arma del delitto) che ha dato Louis Dassilva, di conseguenza quel profilo genetico sarebbe il suo.
Il secondo Dna viene ritrovato sulla parete del vano dove Pierina è stata uccisa, un profilo maschile diverso dal primo, e poi c’è il profilo M3, ritrovato su una porzione della gonna che indossava Pierina, sempre un profilo maschile. A quel punto è intervenuta proprio Marina Baldi, che ha spiegato: “Si tratta di profili di dna molto scarsi, in effetti non possono essere utilizzati per identificare qualcuno visto che abbiamo dei parametri molto stringenti per poter identificare qualcuno”.
PIERINA PAGANELLI, LA GENETISTA SULLE ULTIME ANALISI
La genetista ha proseguito: “Si tratta di 10 marcatori, il minimo per essere inseriti in banca dati e questo non è possibile perchè ne hanno di meno. E’ stato fatto tanto lavoro ma purtroppo i reperti erano un po’ malmessi. Ci sarà una identificazione? No, possono essere solo utilizzati se ci sono i giusti marcatori per esclusione, quindi per escludere un certo profilo”.
Questa settimana c’è stata nuova sessione con i consulenti, con un macchinario particolare che è il crime lite. La genetista ha confermato: “Abbiamo utilizzato questo macchinario che è straordinario e che è la prima volta che viene utilizzato in Italia, consente l’osservazione con le luci forensi di tutte le lunghe d’onda con una rapidità enorme, senza bisogno degli occhiali e con una possibilità di fotografare le tracce”.
PIERINA PAGANELLI, LA GENETISTA: “USATO UN APPARECCHIO NUOVO”
E ancora: “Ci siamo soffermati in particolare sulla gonna ma anche su tutti i vestiti di Pierina Paganelli. Questo apparecchio ingrandisce molto il reperto e siccome ci stavano delle colonie di muffa hanno cercato di prelevare… i reperti sono un po’ rovinati”.
Dobbiamo aspettarci altro oltre a questi tre profili poco definiti? A tale domanda la genetista ha spiegato: “Non è una cosa semplice, il materiale è molto rovinato, poi abbiamo fatto una cosa diversa, mentre inizialmente la gonna è stata tamponata dove c’era una parte evidente, le cellule sono state asportate ma il tessuto è rimasto integro, mentre questa volta è stato ritagliato il tessuto, dei campioncini piccolissimi, abbiamo messo proprio la stoffa all’interno delle provettine, così non si perde nulla”. Attendiamo quindi i prossimi risultati per comprendere se sul corpo di Pierina Paganelli vi siano altri dna che potrebbero quindi far pensare ad un complice di Louis Dassilva se non scagionare del tutto lo stesso.