Omicidio Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a coltellate nel seminterrato della sua casa a Rimini, anche i figli della vittima ora si uniscono alla tesi dei legali del principale imputato Louis Dassilva, avanzando l’ipotesi che l’assassino possa avere un complice. I dubbi iniziali infatti, sarebbero ora stati confermati dall’avanzamento delle indagini dalle quali è emerso che sono stati fatti alcuni spostamenti sia del corpo della donna sia degli oggetti che erano nella sua borsetta. Una operazione che non poteva essere stata compiuta da una sola persona in quanto avrebbe dovuto agire al buio e in poco tempo, pertanto il sospetto che i coinvolti siano più di uno è sempre più concreto.
Le evidenze sono molteplici, come hanno anche affermato i legali dei tre figli di Pierina Paganelli, Giuliano, Giacomo e Chiara Saponi, a partire proprio dalla ricomposizione del cadavere per inscenare una finta violenza sessuale e manomettere la scena del crimine tagliando gli indumenti intimi e poi rimettendo gli effetti personali della vittima nella borsa dopo che probabilmente erano caduti a terra visto che sono stati ritrovati macchiati di sangue.
I figli di Pierina Paganelli: “L’assassino ha un complice, il corpo è stato manomesso”
Come riporta il Quotidiano Nazionale, i figli di Pierina Paganelli hanno confermato i dubbi, già avanzati dagli avvocati del principale accusato Dassilva, sul fatto che a compiere l’omicidio della 78enne non sia stata una sola persona. Oltre alla prova degli effetti personali: tablet, smartphone e portafoglio macchiati di sangue durante l’accoltellamento e poi riposti nella borsetta, ci sarebbe un’altra evidenza riguardante lo spostamento del corpo e la manomissione del cadavere.
In particolare la pettinatura della donna, che solitamente portava la frangia voluminosa e che invece quando è stata ritrovata nel seminterrato era stata pettinata con i capelli all’indietro. Questa pista ora, come hanno sottolineato i legali, sarà percorribile anche grazie ai risultati dell’analisi del Dna, che potrebbe dimostrare che le tracce rinvenute, non appartenenti all’imputato, non coincidono neanche con il profilo dei soccorritori. A quel punto si potrebbe confrontare il materiale biologico con quello di altri sospettati per ritrovale l’eventuale complice dell’assassino.