Louis Dassilva è il principale sospettato del delitto di via del Ciclamino: per l’accusa, sarebbe lui l’autore dell’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate quasi un anno fa, il 3 ottobre, nei garage sotterranei del palazzo in cui entrambi vivevano. Oggi il 34enne senegalese è in cella e gli inquirenti scavano nel suo passato a caccia di elementi potenzialmente utili all’inchiesta, convinti che il suo alibi – l’essere rimasto a casa insieme alla moglie Valeria Bartolucci, ma in stanze separate – non regga. Per il Riesame, che ha rigettato l’istanza della difesa di rimodulare la misura cautelare, l’uomo deve restare in carcere e il suo profilo continua a passare ai raggi X. Ed è proprio dalle maglie della sua vita in Senegal che ora si farebbe strada uno scenario al vaglio di chi indaga: l’addestramento militare che Louis Dassilva avrebbe ricevuto nel suo Paese d’origine, prima di arrivare in Italia, potrebbe avergli fornito una preparazione tale da permettergli di uccidere senza lasciare tracce. Di questo eventuale scenario, secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, si starebbero occupando gli investigatori a seguito di una dichiarazione della consorte del 34enne.



Quarto Grado torna sul giallo di Rimini nella puntata del 20 settembre sondando anche i tanti interrogativi che gravitano intorno al filmato della farmacia che, la notte in cui Pierina fu assassinata, riprese un soggetto aggirarsi nella zona in un orario compatibile con quello in cui si è consumato l’omicidio. L’ipotesi investigativa è che si tratti proprio dell’unico indagato,ma non è escluso che possa trattarsi di qualcuno che passava sotto la telecamera di sorveglianza di ritorno da un bar che quella sera, nella stessa parentesi temporale, sarebbe stato aperto e con diverse persone all’interno. Proprio sul nodo del video ruota una parte importante dell’impianto a carico di Louis Dassilva. Il 34enne, che avrebbe negato di riconoscersi in quelle sequenze, continua a dirsi estraneo ai fatti contestati.



Pierina Paganelli, nel passato militare di Louis Dassilva una presunta preparazione “eccezionale”

Nel corposo documento prodotto dalla Procura di Rimini al Riesame per sostenere la pericolosità di Louis Dassilva e la necessità del rigetto dell’istanza di scarcerazione, riporta Il Resto del Carlino, il profilo del senegalese ricalcherebbe quello di un soggetto “dall’indole violenta, insensibile al rispetto dell’altrui integrità fisica come dipinto nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel luglio scorso a suo carico.

Per l’accusa, Dassilva avrebbe un vissuto “fortemente traumatico” e l’arruolamento nella Gendarmeria del Senegal per un anno, dal 2012 al 2013, potrebbe aver avuto rilievo nella sua capacità di compiere un delitto senza lasciare traccia. A tal proposito, chi indaga avrebbe messo nero su bianco un particolare: l’addestramento militare nel Paese d’origine gli avrebbe fornito una preparazione definita “eccezionale” che, in un passaggio delle dichiarazioni della moglie Valeria Bartolucci, tornerebbe prepotentemente a galla.



Omicidio Pierina Paganelli, la moglie di Louis Dassilva: “Le mie parole travisate”

Valeria Bartolucci, riporta ancora il quotidiano, avrebbe parlato del servizio militare prestato da Louis Dassilva in Senegal sostenendo che suo marito, proprio per la sua preparazione di ex soldato, potrebbe uccidere una persona “senza che questa versi neanche una goccia di sangue”.

Una frase che, riporta Rimini Today, secondo la stessa Valeria Bartolucci sarebbe stata travisata:Il senso di queste parole era quello secondo cui, appunto, in virtù del fatto che Louis vanta una preparazione militare non avrebbe nessun bisogno di uccidere Pierina, che era 25 centimetri più bassa di lui e sicuramente non in perfetta forma fisica per potersi difendere, con 29 coltellate di cui diverse non mortali“.