Chi l’ha visto? torna sul caso di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a Rimini con 29 coltellate nell’ala garage del palazzo di via del Ciclamino in cui viveva, il 3 ottobre scorso. La trasmissione di Federica Sciarelli propone l’ultima intervista rilasciata dal vicino di casa Louis Dassilva prima di essere indagato per l’omicidio, nella quale il 34enne senegalese ribadisce la sua estraneità al delitto ma svela quello che sarebbe stato il suo “sbaglio”.



L’uomo era finito tra i quattro attenzionati dalla Procura, mai iscritti nel registro notizie di reato, perché considerati profili degni di interesse investigativo: con lui la moglie, Valeria Bartolucci, l’amante Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli, e il fratello della donna, Loris Bianchi. Tutti residenti in quel condominio tranne quest’ultimo. Oggi la posizione di Dassilva è quella di indagato e questo consentirà agli inquirenti di procedere con tutti gli accertamenti irripetibili volti ad accertare se il Dna rinvenuto sulla scena del crimine sia il suo. A complicare l’indagine, però, si inserisce quanto affermato dallo stesso vicino di casa della vittima all’indomani del ritrovamento del corpo: nel tentativo di capire se la 78enne fosse ancora viva, l’avrebbe “toccata”.



Le dichiarazioni di Louis Dassilva prima di essere indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli

Ma cosa ha detto Louis Dassilva prima di finire iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio di Pierina Paganelli? Secondo quanto riportato da Chi l’ha visto?, le sue dichiarazioni sarebbero le seguenti: “Io non c’entro niente. Non farei mai una cosa del genere. Lo sbaglio è che sono stato molto, molto vicino ai vicini di casa e questo mi ha fatto perdere la fiducia di mia moglie, dei suoi genitori, delle sue amiche. Ho chiesto scusa, è una cosa che non rifarei“.



Dopo la morte di Pierina Paganelli, gli investigatori hanno scavato nella rete familiare e amicale della vittima per capire se qualcuno a lei vicino possa aver avuto un movente per ucciderla. Secondo una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti, la 78enne potrebbe aver scoperto la relazione extraconiugale tra la nuora e Louis Dassilva proprio a ridosso del delitto, quando sarebbe stata pronta a rivelare tutto alla congregazione dei Testimoni di Geova di cui lei e Manuela Bianchi facevano parte. Una “bomba” che avrebbe demolito la reputazione di quest’ultima e il matrimonio del vicino di casa con Valeria Bartolucci. L’indagato esclude questo scenario e si è sempre detto estraneo al delitto di Pierina Paganelli: dal canto suo, Manuela Bianchi ha dichiarato di essere convinta che Louis sia innocente così come la moglie di lui, disposta a perdonare il marito ma non “l’amica” per il tradimento e certa di avere accanto un uomo incapace di fare del male.

L’ultima ipotesi: la relazione tra la nuora di Pierina Paganelli e Louis Dassilva “mai interrotta”

C’è una indiscrezione dell’ultima ora nel giallo di Rimini, non confermata da nessuno dei protagonisti della vicenda ma comunque capace di alimentare le ombre intorno alla morte di Pierina Paganelli. Secondo quanto riportato da Ore 14, la relazione extraconiugale tra la nuora della vittima, Manuela Bianchi, e il vicino di casa attualmente indagato Louis Dassilva non si sarebbe mai interrotta. I due avrebbero continuato a vivere una storia d’amore clandestina anche dopo l’omicidio, e questo troverebbe conferma in un elemento portato alla luce dalla moglie del senegalese, Valeria Bartolucci.

Secondo quest’ultima, qualcuno avrebbe lasciato un biglietto dentro una delle bottiglie che la coppia è solita posizionare fuori dalla porta prima di gettarle nella spazzatura. Quel “qualcuno”, a suo avviso, sarebbe Manuela Bianchi e il contenuto proverebbe che è ancora innamorata di suo marito: “Mi manchi“. Alla domanda dei giornalisti sull’ipotesi che la sua relazione con Dassilva non sia mai terminata, la nuora di Pierina Paganelli ha risposto con una sola parola: “Smentirò“. Nel frattempo, la mossa della difesa dell’indagato relativamente agli accertamenti irripetibili disposti sul Dna dalla Procura di Rimini: l’avvocato avrebbe deciso di presentare richiesta di incidente probatorio e questo ha imposto una sospensione temporanea all’iter che porterà all’analisi dei reperti e alla comparazione con i campioni biologici prelevati a Dassilva.