Giustizia è fatta“: è la frase che Loris Bianchi, fratello della nuora di Pierina Paganelli, ha pronunciato dopo l’omicidio della 78enne in via del Ciclamino a Rimini. Non una indiscrezione, ma una certezza, confermata dal diretto interessato ai microfoni dei giornalisti, che secondo la sua versione avrebbe avuto un preciso scopo: scovare l’assassino. A spiegare il perché di quelle parole, sicuramente di forte impatto, è stato lui stesso: intervistato sul punto da Chi l’ha visto?, Loris Bianchi ha fornito una spiegazione al senso di quelle parole che, ha precisato, erano rivolte a due persone in particolare nell’immediatezza della morte della suocera di sua sorella Manuela.



Entrambi, insieme al presunto amante di quest’ultima, Louis Dassilva, sono attenzionati dagli inquirenti ma non sono indagati. Il loro profilo è finito giocoforza nel fuoco dell’inchiesta perché l’attività investigativa è orientata anzitutto a vagliare l’eventuale sussistenza di una pista familiare o comunque relativa ai contatti e alle conoscenze della vittima. Pochi giorni prima dell’uccisione di Pierina Paganelli, ha riferito Loris, sua sorella avrebbe scoperto che la 78enne “la definiva una donna facile al telefono con uno dei figli”. Motivo di attrito tra suocera e nuora, “l’abbandono del tetto coniugale“, come ha dichiarato Loris Bianchi, da parte di Manuela Bianchi nell’ambito di una crisi con il marito, Giuliano Saponi, figlio della vittima che fu coinvolto in un incidente dai contorni misteriosi pochi mesi prima dell’omicidio di Pierina Paganelli.



Loris Bianchi dopo l’omicidio di Pierina Paganelli: “Ho detto ‘Giustizia è fatta’ per fingermi complice”

Loris Bianchi sostiene di aver detto “Giustizia è fatta“, appena appreso dell’uccisione di Pierina Paganelli, con l’obiettivo di tastare il terreno dei sospetti che avrebbe nutrito, nell’immediatezza del delitto, su due persone in particolare: Louis Dassilva, il presunto amante di sua sorella Manuela Bianchi, e la moglie di lui, Valeria. Ed è proprio a Louis e Valeria che avrebbe detto quelle parole dopo aver saputo che la 78enne era stata uccisa.



Ho saputo più tardi che è stato un omicidio, inizialmente sapevo che Piera era morta. Diciamo che quando ho saputo che è stata uccisa, lì in un certo senso ho iniziato un po’ a sospettare di tutti e, senza andare direttamente a dire ‘sei stato tu?’, ho voluto provare a dire una frase tipo ‘da complice’ perché volevo un feedback da parte delle altre persone. La frase è molto pesante, ma nel mio cervello, in quel momento lì, mi poteva dare una risposta vedendo una reazione delle persone a cui l’ho detta. Il primo a cui l’ho detto è stato Louis, ma lui non mi ha dato nessuna reazione, solamente ha aperto gli occhi per dire ‘che cosa stai dicendo?’. La seconda persona a cui l’ho detto, a distanza di un’oretta e mezza, è stata Valeria che ha risposto in una maniera più schietta, ‘Certe cose non si augurano a nessuno, scherziamo?’“. Loris Bianchi sostiene quindi di aver pronunciato quelle parole per spacciarsi come complice, o comunque per mostrare un’apparente soddisfazione per la morte della 78enne, così da tentare di smascherare qualcuno tra coloro che considerava potessero aver commesso il delitto.