Le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli potrebbero avvalersi di una analisi del Dna “a tappeto” con modalità che richiamano l’imponente macchina investigativa che si mise in moto per trovare l’assassino di Yara Gambirasio. È quanto emerge dalla richiesta dei legali di Manuela Bianchi, nuora della 78enne uccisa a Rimini il 3 ottobre scorso che figura tra i soggetti attenzionati non indagati nell’ambito dell’inchiesta sul delitto di via del Ciclamino.



Secondo i consulenti della donna, moglie del figlio della vittima, nessuna delle persone finora al centro dei sospetti – con lei il fratello Loris Bianchi e i vicini di casa Louis Dassilva e Valeria Bartolucci – sarebbe coinvolta nella morte dell’anziana e occorrerebbe cercare il killer altrove, sebbene sempre entro il perimetro del condominio. L’ipotesi di un “quinto uomo” mai scovato torna così all’attenzione delle cronache nonostante sembri essere, fino a questo momento, priva di riscontri oggettivi. La difesa chiede esami sui 500 condomini del complesso, riporta Il Resto del Carlino, ma per i figli di Pierina Paganelli l’indagine, nel suo attuale assetto, sarebbe a un passo dalla svolta decisiva.



Le indagini verso la svolta? L’assassino potrebbe avere le ore contate

L’assassino di Pierina Paganelli, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe avere le ore contate. La Procura di Rimini ha blindato l’inchiesta e non trapela nulla sullo stato attuale delle indagini, un riserbo massimo che punta a non compromettere l’attività investigativa forse giunta ad un punto cruciale. A parte Loris Bianchi, tutti gli altri attenzionati, finora mai indagati, vivono nel condominio di via del Ciclamino come la vittima, massacrata con 29 coltellate nell’area sotterranea dei garage la sera del 3 ottobre scorso di ritorno da un incontro con il gruppo locale dei Testimoni di Geova.



A trovare il cadavere della 78enne è stata proprio la nuora Manuela Bianchi, che la mattina seguente, scesa nei box auto, si sarebbe imbattuta nel corpo senza vita della suocera e a suo dire non l’avrebbe immediatamente riconosciuta. Da 7 mesi, il killer è ancora a piede libero e l’epicentro investigativo appare ancora fisso sulla rete di contatti della vittima. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, l’avvocato della nuora, Nunzia Barzan, avrebbe depositato una memoria in Procura contenente quelli che per i consulenti sarebbero “nuovi elementi” utili all’inchiesta per aprire a nuove piste alternative. Lo stesso quotidiano riporta delle reazioni di alcuni condomini alla eventualità di un esame del Dna a tappeto sul modello Yara, e spicca una domanda comune: “Noi che cosa c’entriamo con la povera Pierina?“.