È durato diverse ore l’interrogatorio di Louis Dassilva in Questura a Rimini, convocato per la seconda volta in otto mesi di inchiesta sull’omicidio di Pierina Paganelli e da qualche ora formalmente indagato. Il 33enne senegalese, insieme alla moglie Valeria Bartolucci, era tra i quattro attenzionati dalla Procura e mai iscritti nel registro notizie di reato (con loro i fratelli Loris e Manuela Bianchi, quest’ultima nuora della vittima).
L’avviso di garanzia consente a Louis Dassilva di difendersi con tutte le tutele previste dalla legge e permette agli inquirenti di procedere con tutta una serie di accertamenti irripetibili che non erano stati ancora eseguiti proprio per l’assenza di indagati, anzitutto la comparazione delle tracce biologiche repertate sulla scena del crimine. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, il vicino di casa di Pierina Paganelli, uccisa in via del Ciclamino il 3 ottobre scorso con 29 coltellate, sarebbe stato sottoposto a un nuovo prelievo del Dna dopo quello su base volontaria al quale si era prestato nell’immediatezza del delitto.
Il corpo di Pierina Paganelli ritrovato dalla nuora Manuela Bianchi, la versione di Louis Dassilva sul suo intervento
Il cadavere di Pierina Paganelli fu trovato dalla nuora Manuela Bianchi, moglie del figlio Giuliano Saponi, la mattina del 4 ottobre intorno alle nei box auto del palazzo in cui vivevano. Da quel momento, il condominio di via del Ciclamino è diventato epicentro di un giallo che per otto mesi è andato avanti senza alcun indagato e che ora, con l’iscrizione del nome del vicino di casa e amante di Manuela Bianchi nel registro degli indagati, potrebbe essere ad un passo dalla svolta. L’assassino di Pierina Paganelli non ha ancora un volto, ma secondo alcune indiscrezioni tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti vi sarebbe quella relativa a un delitto maturato nel contesto familiare e, più precisamente, nell’alveo della relazione clandestina tra la nuora della vittima e l’attuale indagato. Chi indaga, infatti, non escluderebbe che l’omicidio abbia come movente la volontà di tenere riservata una storia d’amore che la 78enne, invece, avrebbe smascherato.
Nel corso del lungo interrogatorio, concluso ieri a ridosso della mezzanotte, Louis Dassilva avrebbe ripetuto la sua versione sui fatti e sul ritrovamento del cadavere di Pierina Paganelli. Da subito aveva detto di essere sceso in garage dopo l’allarme lanciato da Manuela Bianchi e di aver forse “toccato il corpo” nel tentativo di comprendere se l’anziana fosse ancora viva. Il nuovo campione di Dna che gli sarebbe stato prelevato poche ore fa potrebbe servire agli investigatori proprio per la comparazione con il materiale biologico repertato sulla scena del crimine. Anche la moglie di Louis, Valeria Bartolucci – che proprio dopo il delitto aveva scoperto di essere stata tradita dal marito e dall’amica e vicina di casa -, è stata convocata in questura ma la sua posizione è rimasta intatta: persona informata sui fatti. È lei “l’alibi” di Louis Dassilva: quella notte, quando Pierina veniva uccisa, la donna ha detto che il coniuge era con lei in casa e che sicuramente si sarebbe accorta se fosse uscito, nonostante lei fosse andata a letto presto lasciandolo sul divano a guardare la tv.
Bruzzone consulente di Dassilva nel caso di Pierina Paganelli: “Convinta della sua estreaneità”
Roberta Bruzzone, criminologa, è consulente della difesa di Louis Dassilva e, a margine della notifica della sua iscrizione nel registro degli indagati, riporta Il Resto del Carlino, ha ribadito di essere convinta dell’estraneità del suo cliente al delitto di Rimini. “Crediamo di aver intuito quello che è lo scenario ipotizzato dalla Procura – ha aggiunto – che prevede un doppio movente: da un lato, la relazione clandestina tra Louis Dassilva e Manuela; dall’altro, il fatto che Pierina Paganelli potesse costituire una minaccia a questa relazione“.
Valeria Bartolucci continua a difendere il marito e ritiene che sia un “capro espiatorio” nel tessuto di un piano organizzato per incastrarlo. Ciò che è certo, finora, è che l’omicidio di Pierina Paganelli ha scoperchiato un microcosmo di veleni fino ad allora rimasti sepolti tra i meandri di quel palazzo, tra le mura di via del Ciclamino custodi silenziose di una verità che forse potrebbe essere sul punto di venire a galla e consegnare alla giustizia il killer di Pierina Paganelli.