L’odore di una svolta imminente nell’inchiesta sull’omicidio di Pierina Paganelli è nell’aria da giorni, alimentato dalla recente iscrizione di Louis Dassilva, vicino di casa della vittima, nel registro degli indagati. Il 34enne senegalese è tra i quattro sospettati nell’alveo dell’indagine sul delitto, insieme alla moglie Valeria Bartolucci e ai fratelli Loris e Manuela Bianchi, quest’ultima nuora della vittima che ha avuto con Louis Dassilva una relazione extraconiugale venuta a galla proprio dopo l’uccisione della 78enne.
Nessuno degli altri attenzionati è mai stato indagato nei lunghi mesi trascorsi dalla morte dell’anziana, assassinata brutalmente con 29 coltellate nell’ala garage sotterranea del condominio di via del Ciclamino dove viveva. Soltano il nome di Louis Dassilva è finito nel registro notizie di reato e sarà quindi possibile effettuare gli accertamenti irripetibili sul Dna per la comparazione tra il suo profilo e quanto repertato sulla scena del crimine. Analisi che saranno condotte probabilmente in sede di incidente probatorio, formula che la difesa dell’uomo si appresta a chiedere formalmente alla Procura di Rimini. Nelle ultime ore, sono iniziate le audizioni in questura di diversi soggetti ritenuti persone informate sui fatti, tra questi anzitutto la figlia minorenne di Manuela Bianchi e Giuliano Saponi, figlio di Pierina Paganelli, e un cugino della nuora della stessa. Il parente di Manuela Bianchi, stando all’indiscrezione riportata dal programma Estate in diretta, sarebbe stato sentito per ore dagli inquirenti perché ritenuto a conoscenza di elementi preziosi per ricalcare le dinamiche familiari, forse custode di alcune informazioni importanti anche sulla storia d’amore clandestina tra la donna e Louis Dassilva.
Il cugino di Manuela Bianchi avrebbe chiesto di restare anonimo “per paura di reazioni dei sospettati” nel delitto di Pierina Paganelli
La prima persona ad essere nuovamente sentita in questura a Rimini è stata la nipote 17enne di Pierina Paganelli. Al centro dell’audizione ci sarebbe stato ancora una volta l’orario in cui lo zio materno, Loris Bianchi, avrebbe lasciato l’appartamento di via del Ciclamino per tornare a casa sua a Riccione la notte del delitto. La figlia di Manuela Bianchi aveva detto inizialmente che era andato via alle 22:15, sicura di aver guardato l’orologio appeso al muro proprio al momento dei saluti, ma poi avrebbe ritrattato, affermando di essersi sbagliata, nel corso delle stesse sit (sommarie informazioni testimoniali) davanti al dettaglio sulle foto che sua madre scattò al fratello Loris Bianchi quella sera nella loro abitazione: le 22:50-22:51. Un alibi, quello delle fotografie, che ora sarebbe tornato al setaccio degli investigatori con un ulteriore approfondimento.
Il secondo testimone sentito poche ore fa è un cugino di Manuela Bianchi, ma avrebbe chiesto la tutela delle sue generalità “per paura di reazioni da parte dei quattro sospettati“. Questo riporta un’indiscrezione lanciata dalla trasmissione Estate in diretta, secondo cui il parente della nuora di Pierina Paganelli avrebbe parlato per ore, convocato dalla Squadra mobile, aggiungendo elementi potenzialmente utili alla ricostruzione della trama dei rapporti familiari con particolare accento sulle dinamiche tra Manuela Bianchi e la suocera. L’uomo sarebbe stato ascoltato anche in merito alla relazione clandestina tra la cugina e il vicino di casa Louis Dassilva, forse a conoscenza di dettagli finora inediti sull’ipotesi che tra i due la storia non sia mai finita nemmeno dopo il delitto.
Louis Dassilva indagato, un testimone smentì la sua versione sul giorno del ritrovamento del corpo di Pierina Paganelli
Dall’archivio delle iniziali testimonianze raccolte dalle cronache a margine dell’omicidio di Pierina Paganelli, torna alla mente quella di un uomo che sostiene di essersi trovato sulla scena al momento del ritrovamento del cadavere della 78enne. Il suo racconto, trasmesso da Quarto grado nel novembre scorso, circa un mese dopo il delitto, sembra smentire la versione di Louis Dassilva su ciò che sarebbe successo il giorno in cui Manuela Bianchi scoprì il corpo della suocera nella zona garage e diede l’allarme ad alcuni vicini di casa tra cui, appunto, l’amante senegalese oggi unico indagato.
Quella mattina, secondo quanto il testimone raccontò ai microfoni della trasmissione di Gianluigi Nuzzi, anche lui era presente e questo è ciò che riferì nell’immediatezza dei fatti: “Nessuno ha toccato Pierina Paganelli, ci siamo solo avvicinati per guardare, io, Manuela, un’altra signora e Louis che è rimasto un po’ indietro, ma nessuno l’ha toccata, neanche Manuela, nessuno“. Perché questo resoconto potrebbe assumere un peso specifico notevole è presto detto: nella sua versione dei fatti, Louis Dassilva ha affermato, ribandendolo poi più volte anche a seguito della sua iscrizione nel registro degli indagati, di aver toccato il cadavere di Pierina Paganelli nel tentativo di capire se vi fossero segni vitali. “Ho messo la mano destra sul collo e poi ho toccato il polso“, ha dichiarato il 34enne senegalese, portando così nell’alveo dell’indagine una complicazione non secondaria: se venissero trovate tracce a lui riconducibili sul corpo dell’anziana, infatti, il fatto che possa averlo “manipolato” rende difficile capire se si tratti di un elemento dirimente in un quadro accusatorio a suo carico nell’inchiesta. Una considerazione che i suoi consulenti, tra cui la genetista forense Marina Baldi, hanno già messo sul tavolo sostenendo che il loro assistito è entrato in contatto con il corpo dell’anziana addirittura mentre era in corso la telefonata al 118 e si cercava di capire se la donna fosse ancora viva.