Nel giallo di Pierina Paganelli la trama di interrogativi si infittisce. Spunta un testimone che smentirebbe la versione di Louis Dassilva, il vicino di casa della vittima e presunto amante della nuora, Manuela Bianchi, che davanti alle telecamere ha detto più volte di aver toccato il cadavere cercando di capire se vi fossero segni vitali. Intervistato da Quarto Grado, un uomo, rimasto anonimo, ha raccontato di aver assistito alle fasi immediatamente successive al ritrovamento da parte di Manuela Bianchi e di essersi trovato quindi sulla scena del crimine, nell’area garage sotterranea di via del Ciclamino, a Rimini, insieme alla donna e a Louis Dassilva. Secondo quanto ha descritto, quest’ultimo non avrebbe mai toccato il corpo, così come nessuno dei presenti, e sarebbe rimasto un po’ più indietro rispetto a loro.



Una parte delle attenzioni investigative si starebbe concentrando proprio sui racconti e sull’alibi di Louis Dassilva, considerato amante di Manuela Bianchi e finito al centro di alcuni interrogativi per non aver consegnato, non è chiaro se intenzionalmente o per dimenticanza, alcuni indumenti indossati il giorno in cui Pierina Paganelli è stata uccisa. Tra questi una t-shirt bianca che, ad oggi, mancherebbe all’appello per ragioni non ancora chiarite. La trasmissione di Gianluigi Nuzzi ha intervistato anche Loris Bianchi, fratello della nuora della vittima presente nel palazzo la sera dell’omicidio, e in studio ha risposto ad alcune domande sul caso. In particolare, Loris Bianchi si difende dal sospetto su una frase “infelice” che ha pronunciato poco dopo la morte della 78enne: “Giustizia è stata fatta“. Parole che, per sua ammissione, avrebbe detto a Louis e alla moglie dell’uomo, Valeria Bartolucci, nel tentativo di giocare a fare lo “Sherlock Holmes” perché inizialmente preda di sospetti “su tutti”: “Volevo un feedback per capire, ma non l’ho avuto. Per istinto ho voluto fare l’investigatore, avevo sospetti su tutti quelli che potevo incontrare“. Al momento, non c’è nessun indagato: l’inchiesta per l’omicidio di Pierina Paganelli procede a carico di ignoti ma non si escludono imminenti iscrizioni per consentire accertamenti irripetibili su reperti e Dna prelevato sulla scena. A quest’ultimo proposito, Loris Bianchi, che aveva escluso con forza da subito di essere mai passato dall’area garage, oggi ritratta parzialmente e dichiara di non esserne più così certo: “Sono passato – ha detto recentemente a Chi l’ha visto?, rimodulando la sua versione – forse da lì sotto, dal garage, sì perché non ho suonato da mia sorella, o forse c’era la porta aperta come al solito, il portone aperto come al solito. No, è un dubbio che mi è venuto questo qui perché… mi vegnono i brividi, perché io sono sempre stato convinto che non trovassero il mio Dna lì, invece sono passato proprio quel giorni lì… ‘Il mio Dna, dicevo, che mi indaghino non lo troveranno mai perché io da lì non ci passavo da una vita’, invece se quel giorno ci son passato, ma è possibile che avevo trovato il portone aperto, perché lì è sempre aperto…“.



Un testimone smentisce Louis Dassilva: “Nessuno toccò il corpo di Pierina Paganelli”

Non è chiaro se la testimonianza resa da uno dei presenti sulla scena poco dopo il ritrovamento del cadavere sia perfettamente in linea con quanto accaduto o se, per qualche motivo, la persona in questione, intervistata poche ore fa da Quarto Grado, abbia un ricordo sbiadito o per qualche istante abbia perso di vista Louis Dassilva così da non vederlo toccare il cadavere. Sarà l’inchiesta ad appurare il tenore del racconto del testimone che, comunque, ai microfoni della trasmissione si è detto certo di quanto dice: “Nessuno ha toccato Pierina, ci siamo solo avvicinati per guardare, io, Manuela, un’altra signora e Louis che è rimasto un po’ indietro, ma nessuno l’ha toccata, neanche Manuela, nessuno“.



Il fulcro dell’inchiesta, al momento ancora contro ignoti, vede centrali i profili di Manuela Bianchi, di suo fratello Loris e del vicino di casa e presunto amante Louis. Nessuno di loro è indagato, ma sono tutti attenzionati per comprendere se vi siano elementi di interesse ai fini investigativi. Una parte del lavoro degli inquirenti si concentra sull’analisi dell’ascensore che il killer di Pierina Paganelli potrebbe aver usato per guadagnare una via di fuga e far perdere le proprie tracce. Nell‘audio registrato dalla telecamera privata di uno dei box auto vicini alla scena del delitto, oltre alle urla della vittima sarebbero impressi rumori riconducibili proprio all’avvio dell’ascensore e al successivo stop a uno dei piani superiori. Non è chiaro se al terzo, dove quella sera si trovavano cinque persone: Manuela e Loris Bianchi con la figlia della donna in un appartamento, nell’altro, vicino a quello della vittima, Lousi Dassilva e sua moglie.