Chi ha ucciso Pierina Paganelli, il 3 ottobre scorso nei garage di via del Ciclamino a Rimini, aveva già colpito? È la domanda pesantissima che si fa strada nel giallo della 78enne dopo la rivelazione di Chi l’ha visto? sulle circostanze dell’aggressione che un’altra donna, una 35enne residente a circa 50 metri dal teatro dell’omicidio, aveva subito nel 2021 all’interno della sua abitazione. A riportare il fatto erano state alcune testate locali e il quotidiano Il Resto del Carlino, ricalcando i contorni di un episodio ancora senza un responsabile. Oltre al luogo, ci sarebbe un’altra analogia con il caso Paganelli, sebbene al momento sia impossibile tracciare un eventuale collegamento tra le vicende: la donna aggredita due anni prima del delitto, a poca distanza da casa di Pierina Paganelli, era stata accoltellata proprio come la 78enne.
Sarebbe stata lei, riportano i giornali, ad allertare il 118 e all’arrivo dei sanitari avrebbe avuto il coltello ancora conficcato nell’addome. Raggiunta poche ore fa dalle telecamere di Chi l’ha visto?, la donna non ha fatto alcuna rivelazione sostenendo di attendere di essere sentita dagli inquirenti per riferire i dettagli dell’accoltellamento subito nella stessa zona in cui Pierina Paganelli è stata assassinata. 50 secondi, stando alla stima della trasmissione di Federica Sciarelli, sarebbe il tempo necessario a percorrere il tragitto tra la scena di quel ferimento del 2021 e il luogo in cui si è consumato l’omicidio Paganelli. Gli investigatori, intanto, starebbero vagliando nuovamente quanto successo al figlio dell’anziana uccisa il 3 ottobre, Giuliano Saponi, finito in coma per mesi dopo aver riportato gravissime ferite, il 7 maggio scorso, nel contesto di quello che i vicini definiscono “un misterioso incidente“. L’ipotesi, sinistra e non ancora eslusa, è che Pierina Paganelli e suo figlio possano essere stati bersaglio della stessa persona.
Omicidio Pierina Paganelli, la nuora: “Perché non ho citofonato a casa di mia suocera? Non lo so”. E Ezio Denti rimette il mandato
Sul fronte investigativo, per l’omicidio di Pierina Paganelli al momento non risultano indagati. Mentre si scava nella vita della vittima, e la pista familiare resta ancora in scena, diverse persone sarebbero attenzionate dagli inquirenti. Tra queste, la nuora di Pierina Paganelli, Manuela Bianchi, moglie di Giuliano Saponi che, la mattina del 4 ottobre, ha trovato il corpo dell’anziana sulla scena del crimine. La donna sostiene di non aver riconosciuto immediatamente la suocera e di essere salita a cercare aiuto convinta, inizialmente, che si trattasse della madre di uno dei condomini. Smentita l’ipotesi dal diretto interessato, Manuela Bianchi avrebbe quindi citofonato a casa del presunto amante, Louis Dassilva, e di un’altra ragazza che non le avrebbe aperto la porta, ma non avrebbe bussato a casa di Pierina Paganelli che pure abitava in quello stesso piano. Alla domanda dell’inviato di Chi l’ha visto? sul perché non abbia suonato a casa della suocera, Manuela Bianchi ha risposto con un “Non lo so“. Il Dna della donna e quello di Louis sarebbero stati prelevati dagli inquirenti per le analisi, così come quello del fratello di Manuela Bianchi, Loris, il quale si sarebbe trovato a casa della stessa, la notte del delitto, mentre Pierina Paganelli veniva uccisa nella zona box auto. Si attendono quindi i risultati degli esami e quelli degli accertamenti che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbero stati disposti su alcune tracce ematiche rinvenute su fazzoletti e asciugamani sequestrati a casa del padre dei fratelli Manuela e Loris Bianchi. Il fascicolo risulta aperto ancora contro ignoti. I due, così come Louis Dassilva e la moglie, avrebbero nominato lo stesso team legale, l’avvocato Nunzia Barzan e il fratello Davide nel ruolo di consulente.
A Rimini era arrivato anche Ezio Denti, investigatore privato incaricato dai tre, ma poche ore fa, clamorosamente, ha rimesso il mandato: “I miei assistiti – ha spiegato Denti a Pomeriggio Cinque – mi avevano conferito incarico per un fare un accertamento profondo in primis su quanto accaduto a Giuliano e se compatibile con quanto accaduto alla povera Pierina, e ovviamente io ho espresso subito le mie modalità di esecuzione del lavoro precisando che avrei indagato anche su di loro. Poiché ritengo che non ci sono i criteri di difendibilità, e che questa kermesse pubblicitaria di presenze televisive ha inficiato molto le mie attività investigative, a tutela anche di quelli che erano, fino a pochi minuti fa, i miei assistiti, credo che io debba rimettere l’incarico. Dobbiamo essere obiettivi: mi hanno posto la domanda ‘Credi nella nostra innocenza?’, io ho risposto ‘Fermamente, no. Qualcuno di voi, ma è un mio pensiero personale, è responsabile. Quindi vi do la possibilità di dirmi chi di voi è responsabile per poi arrivare a una conclusione, a una trattativa con gli studi legali’…“.