C’è un’altra telecamera, oltre quella della farmacia già visionata dagli inquirenti, attualmente al vaglio nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio della 78enne Pierina Paganelli a Rimini. Secondo quanto riportato da Chi l’ha visto?, si troverebbe a circa 40 metri dal teatro del delitto, il palazzo di via del Ciclamino dove viveva la vittima. Sarebbe puntata proprio sulla rampa esterna che conduce all’area garage seminterrata in cui Pierina Paganelli è stata uccisa, il 3 ottobre scorso, con 29 coltellate e non si esclude che possa contribuire a confermare o smentire il racconto dei sospettati.



L’attenzione investigativa è ancora concentrata sulle posizioni di Manuela Bianchi, nuora della vittima residente nello stesso stabile, del fratello Loris Bianchi e del vicino di casa di Pierina Paganelli e presunto amante di Manuela Bianchi, Louis Dassilva. Nessun indagato nel fascicolo aperto dalla Procura, al momento ancora a carico di ignoti, ma la sensazione è che una svolta sia imminente. Le immagini registrate dalla seconda telecamera sono già in mano agli investigatori e potrebbero restituire una porzione della storia finora inedita. Venerdì scorso, un mese dopo l’uccisione di Pierina Paganelli, la polizia è tornata in via del Ciclamino e avrebbe sequestrato altri indumenti di Dassilva, vestiti e un paio di scarpe che si ipotizzano indossati il giorno della morte della 78enne e che non sarebbero stati tra quelli consegnati spontaneamente dal 33enne senegalese a margine dell’accaduto.



I figli di Pierina Paganelli: “Nostra madre donna dolce e rispettosa, addolorati da scoperta che fosse spiata”

La trasmissione di Federica Sciarelli ha mandato in onda un contributo audio dei figli di Pierina Paganelli che, seppur senza esporsi davanti alle telecamera, hanno voluto mettere a tacere le voci sulla presunta invadenza della donna nel ménage coniugale del figlio Giuliano Saponi e della moglie Manuela Bianchi, così come esprimere tutta la loro amarezza per la scoperta che alcune telefonate della madre con i parenti, come emerso in sede di indagine, sarebbero state ascoltate di nascosto dalla moglie di Louis Dassilva e dalla nuora, prima del delitto, attraverso il muro che divide gli appartamenti della vittima e del 33enne senegalese.



In questi ormai 40 giorni io e mia sorella abbiamo scelto il silenzio, questo per amore e rispetto di nostra madre. Recentemente, però, alcune notizie ci hanno addolorato molto, scoprire ad esempio che, nell’intimità della sua casa, facendo telefonate private con i suoi cari, è stata spiata, ci ha colpito forte. Sentirla descrivere come una donna dal linguaggio volgare, che sparlava degli altri e si intrometteva nella vita altrui ci ha ferito. Mamma era semplicemente l’opposto, una donna dolce, forte, rispettosa, che non si è mai intromessa nelle vite degli altri, neanche in quelle di noi figli. Era una donna sorridente, attirava le persone, era impossibile non amarla e non cercare la sua compagnia. Casa sua infatti era sempre piena di gente“.