È ancora un giallo fitto l’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne assassinata la notte del 3 ottobre scorso nell’area garage del condominio di via del Ciclamino a Rimini. La vittima sarebbe stata colpita con almeno 17 coltellate e a trovare il cadavere, il mattino seguente intorno alle 8, è stata la nuora. Mentre le indagini procedono nell’esplorazione della eventuale sussistenza di una pista familiare, spunta l’ombra di un depistaggio dopo il delitto: il corpo di Pierina Paganelli sarebbe stato rinvenuto con i vestiti strappati e senza biancheria intima, quest’ultima sparita dalla scena del crimine e non ancora ritrovata. L’ipotesi è che chi ha ucciso Pierina Paganelli abbia prodotto una messinscena per orientare le iniziali fasi investigative sul quadro di una aggressione sessuale, ma non vi sarebbe evidenza in tal senso e questo avrebbe spinto gli inquirenti a orientarsi con insistenza sulla rete di contatti della 78enne. Anzitutto, sulla trama familiare.



Al momento non ci sono indagati, ma le dinamiche interne alla famiglia della vittima sembrano aver catturato buona parte delle attenzioni degli investigatori. Il killer avrebbe avuto tutto il tempo di consumare una violenza sessuale perché avrebbe avuto molte ore a disposizione tra l’azione omicidiaria e il rinvenimento del corpo, ma qualcosa continua a non tornare nella geometria del delitto. Perché simulare un tentativo di stupro se l’assassino è estraneo alla cerchia di conoscenze della vittima? Le indagini dovranno accertare questo e molti altri aspetti nebulosi della vicenda, compresa l’ipotesi di un collegamento tra il delitto e il misterioso incidente occorso pochi mesi prima al figlio di Pierina Paganelli, Giuliano Saponi (marito della donna che ha ritrovato il corpo dell’anziana): il 7 maggio scorso, l’uomo era finito in coma dopo un episodio il cui tenore – evento accidentale o doloso quale una eventuale aggressione – non risulta ancora chiarito. Non si esclude che possa essere stato vittima della stessa persona che poi, appena cinque mesi più tardi, avrebbe assassinato la madre. Oggi Saponi è pronto a tornare a casa dopo il lungo ricovero e, riporta Il Corriere della Sera, a sorpresa avrebbe deciso di stare da sua moglie. La donna, che non è indagata, è finita comunque sotto l’occhio investigativo insieme al fratello e al presunto amante, e nei prossimi giorni sarebbero attesi i risultati delle comparazioni tra il Dna prelevato ai tre e il materiale isolato sui reperti al vaglio.



Sette urla prima della fine: l’omicidio di Pierina Paganelli in un audio, forse anche la voce del killer

Sette urla, poi la fine. È in questa cruda sintesi dell’audio che cristallizza gli istanti drammatici in cui Pierina Paganelli ha subito l’aggressione mortale, attinta da numerose coltellate in rapida sequenza nell’area sotterranea del condominio riminese in cui viveva da decenni. Il sonoro, contenente le grida della donna e, forse, anche una traccia della voce dell’assassino, è stato registrato da una telecamera di sorveglianza piazzata in uno dei box auto privati prossimi alla scena del crimine ed è attualmente al vaglio degli inquirenti. Il file avrebbe già restituito un preciso inquadramento temporale del delitto – avvenuto in un orario prossimo alle 22:15 – e potrebbe fornire preziose informazioni per focalizzare un identikit del killer.



Al netto di ciò che potrebbe emergere dall’analisi delle voci impresse nell’audio, ci sono alcuni elementi importanti a incorniciare la ricostruzione dell’assassinio di Pierina Paganelli. Secondo quanto riporta Ansa, che ha potuto ascoltarne il contenuto, poco prima delle urla della vittima si sentirebbe una sorta di brusio in una tonalità bassa. Si sentirebbe la parola “Ciao”, verosimilmente attribuibile a un soggetto maschile, e poco dopo scatterebbero le urla di Pierina Paganelli. Nell’audio si sentirebbe inizialmente l’auto della donna scendere in garage e percorrere il tragitto fino al suo box. A quel punto le lancette sarebbero puntate sulle 22:10. Pierina Paganelli scende dalla macchina, apre la porta basculante e parcheggia all’interno del box, infine richiude e si avvia verso la porta tagliafuoco che la condurrà sulla scena del crimine. È in questo passaggio che, scrive l’agenzia di stampa, si inserisce quel “brusio” con una tonalità bassa e riconducibile alla parola “ciao” forse pronunciata dall’omicida. Poco dopo iniziano le urla della vittima. Stando a quanto trapelato, nella registrazione si sentirebbe anche una esclamazione della 78enne, un “Oh no!” prima della morte. L’ipotesi è che la donna sia stata raggiunta da alcune coltellate prima di entrare nel vano in cui poi, circa 10 ore più tardi, la nuora l’avrebbe trovata senza vita. Si tratta di uno scenario suffragato dalla diversa intensità delle urla impresse nell’audio: le prime molto forti, le ultime apparentemente “lontane”, ovattate, come se la vittima, attinta dai primi fendenti, avesse tentato di guadagnare una via di fuga dall’assassino proprio attraverso quella porta tagliafuoco oltre la quale sarebbe finita a terra per non trovare scampo. Conclusa la fase omicidiaria, dopo qualche minuto si sentirebbe un’altra auto giungere nella rimessa e la porta di un altro garage aprirsi e chiudersi. La zona dei box è estesa e articolata, quindi è possibile che il conducente di quest’ultimo veicolo sia sceso per parcheggiare e non si sia accorto di quanto appena accaduto a ridosso di una delle tante scale interne utili a raggiungere i vari appartamenti.