Dall’addio al Corriere della Sera – «non mi manca niente» – al troppo spazio dedicato alla politica sui cartacei, fino al politically correct: Pierluigi Battista a 360° nella lunga intervista rilasciata ai microfoni di Huffington Post. Parlando della grande frammentazione politica, il celebre giornalista ha puntato il dito contro la «nascita di troppi governi bizzarri sotto l’egida parlamentare. Per la quale il voto dei cittadini è una specie di delega che il partito spende come gli pare».
«Son 10 anni che i governi non corrispondono alla volontà degli elettori. I nostri giornali sono succubi di questa situazione», ha rimarcato Pierluigi Battista, che si è poi soffermato sull’assenza di grandi cambiamenti tra un governo e l’altro, sottolineando che la politica economica non è più nella disponibilità degli Stati nazionali: «Questa cessione di sovranità (all’Europa, ndr) significa minor democrazia perché la Commissione europea si forma fuori dalla logica elettorale. Il Ppe ha preso più voti, ma non governa».
PIERLUIGI BATTISTA: “CANCEL CULTURE NUOVO OSCURANTISMO”
Dopo aver brevemente parlato delle nuove proposte di Letta per il Pd – ius soli e voto ai 16enni sono «solo parole» – Pierluigi Battista ha poi parlato della Sinistra con un giudizio particolarmente netto: «Si pensa che la politica determini l’antropologia. Esistono due categorie di italiani: quelli di sinistra, buoni, generosi, che non parcheggiano in seconda fila, pagano le tasse e leggono i libri, e quelli di destra, populisti, prepotenti, ignoranti, evasori e che non rispettano le regole». Pierluigi Battista non è andato tanto per il sottile neanche con il politicamente corretto, in particolare con la cancel culture: «Il piagnisteo, molto molesto, non era arrivato ad abbattere le statue, a cancellare Shakespeare nelle università e Egon Schiele nei musei. […] E’ fanatismo maoista che abbatte ciò che non si conforma. E’ un nuovo oscurantismo che, sbagliando, abbiamo preso per una bizzarria».