Pierluigi Diaco, dal racconto dei genitori alla famiglia “Queer”
Pierluigi Diaco è da tempo uno dei pilastri della conduzione televisiva; a dispetto delle critiche – incassate sempre a testa alta – il suo ruolo sul piccolo schermo risulta sempre più apprezzato. In una recente intervista rilasciata per il Corriere della Sera, il presentatore ha avuto modo di aprirsi su temi intimi e personali, senza dimenticare la sfera professionale. “Il mio difetto più grande è forse quello di ostinarmi a trovare conforto nella malinconia… Un pregio? Mi piace ascoltare. Ha sempre fatto parte del mio carattere, anche nel rapporto con la mia famiglia, con gli amici e con Alessio“. Proprio a proposito della famiglia, Pierluigi Diaco racconta al quotidiano la tragica scomparsa di suo padre.
“La perdita di mio padre a 5 anni? Fu un infarto, il terzo. La rete affettiva che mi ha sorretto è stata tutta al femminile: mia madre, le mie tre sorelle più grandi. Sono cresciuto circondato da grande premura, attenzione, rigore, disciplina”. Proseguendo, Pierluigi Diaco aggiunge alcune parole anche sulla madre: “Mia mamma critica nei miei confronti? Agli inizi non apprezzava certe spigolature, le polemiche, il fatto di assolvere al compito che i media mi avevano dato, sceneggiato, che poco somigliava a ciò che ero veramente”. Restando nell’ambito delle critiche, il conduttore ha voluto commentare anche la diatriba – alimentata soprattutto sui social – che nacque alcuni mesi fa dopo una puntata di “BellaMa’”: “Uno di quei casi esplosi attraverso i social. Ma la percezione del pubblico non ha nulla a che fare con quella autoreferenziale dei social…”.
Pierluigi Diaco e i suoi maestri: “In casa ho due foto, con Sandro Curzi e Maurizio Costanzo…”
Nel prosieguo dell’intervista per il Corriere della Sera, Pierluigi Diaco ha argomentato ulteriormente su alcuni concetti riguardanti la famiglia e il rapporto con gli amici. “A me piace molto stare con i bambini, ma quella è una definizione in cui non mi riconosco. La dimensione genitoriale può essere vissuta in tanti modi. Io naturalmente non posso diventare genitore, ma amo i bambini… Adottare un figlio con il mio partner? Ne abbiamo parlato, se ci fosse una legge lo faremmo. Ma non basta una legge, ci vuole un processo culturale condiviso”. L’attenzione del conduttore si sposta poi sul contesto professionale e con riferimento ai maestri che lo hanno accompagnato nel percorso di crescita sul piccolo schermo: “In questa casa ci sono soltanto due foto, oltre a quelle mie con Alessio: una con Sandro Curzi e l’altra con Maurizio Costanzo“.
Pierluigi Diaco ha dunque spiegato come Sandro Curzi da una parte e Maurizio Costanzo dall’altra siano stati in un certo senso l’origine della sua passione, della crescita professionale e della curiosità giornalistica. “Curzi mi ha insegnato il senso della notizia, l’intuito. Bigiavo a scuola e andavo a casa sua, mi offriva un piatto e mi faceva fare il riassunto del riassunto di una notizia”. Sul compianto Maurizio Costanzo ha invece spiegato: “Lui mi ha insegnato ad essere testardo quando serve e avere uno sguardo largo sulle cose e sulle persone, a capire in poche parole le ragioni degli altri”.
Pierluigi Diaco e il dolore del passato: “Ho vissuto la depressione, non volevo più vivere…”
Verso il finire dell’intervista rilasciata per il Corriere della Sera, Pierluigi Diaco ha avuto modo di parlare anche di un periodo buio della sua vita, fortunatamente breve e dal quale è riuscito a tirarsi fuori con l’aiuto delle persone e tanta forza di volontà. “Ho raccontato di aver fatto uso di droghe? Parliamo di preistoria. Il vero percorso è stato affrontare la depressione, per la quale ho lasciato SkyTG24. Emilio Carelli e Tom Mockridge non capivano la mia scelta. Ma avevo un grande senso di vuoto, non volevo più vivere”. Il conduttore ha poi aggiunto: “Il giorno dopo le dimissioni andai da un neurologo che mi indirizzò ad un analista. La cura farmacologica durò meno di un anno; la ginnastica intellettuale di più“.
Pierluigi Diaco chiude l’intervista con temi più leggeri ripercorrendo alcune esperienze televisive del passato ed eventuali propositi per il futuro, come il Festival di Sanremo. “Condurre il Festival? Sarebbe un sogno… Ho fatto L’Isola dei Famosi per studiare come si costruisce un reality show. Era un’occasione troppo ghiotta per capire le dinamiche autoriali e produttive”. In conclusione, arriva un toccante messaggio d’amore per le persone alle quali si sente più grato: “Negli anni della depressione, a Fabio Concato: la sua voce mi ha aiutato moltissimo. Poi a mia madre, per la scala valoriale. Ma la gratitudine più grande va ad Alessio, che mi ha fatto scoprire davvero cos’è l’amore“.