MALORE EVAN NDICKA: LA COINCIDENZA NELL’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI MOROSINI…

Nel giorno in cui la partita Udinese-Roma viene sospesa per il malore di Evan Ndicka, si ricorda una tragedia che ha colpito il mondo del calcio. Un a strana e triste coincidenza quella di Morosini con il malore di Ndicka.Il 14 aprile di dodici anni fa moriva su un campo di calcio Piermario Morosini, durante Pescara-Livorno di Serie B. Era il 2012, ma il “Moro” continua a essere ricordato. L’associazione che porta il suo nome negli anni sta onorando la memoria dell’ex centrocampista puntando sulla prevenzione e la formazione, per far sì che ciò che è successo a lui non accada mai più. Aveva 25 anni e apparentemente era in salute. Era un sabato come tutti, nel quale nessuno allo stadio si aspettava un epilogo simile. Erano passati solo nove minuti di gioco e il Pescara era sotto di due reti, firmate da Dionisi e Berlinghieri.



Al 31′, invece, con i biancazzurri nella metà campo del Livorno, il calciatore cadde a terra, da solo, senza essere coinvolto in uno scontro di gioco. Piermario Morosini provò tre volte a rialzarsi, poi si accasciò definitivamente in campo, stroncato da un arresto cardiaco. Gli staff medici di entrambe le squadre intervennero subito per rianimare il centrocampista. Mentre i medici provavano a salvarlo, l’ambulanza tardava ad arrivare, perché ostruita da un’autovettura della polizia municipale lasciata davanti all’ingresso che portava al terreno di gioco. Il mancato uso del defibrillatore in campo scatenò polemiche e portò a iniziative che hanno portato alla sua introduzione.



“MORTE PIERMARIO MOROSINI? MOMENTI DRAMMATICI”

I tifosi allo stadio Adriatico chiesero l’immediata sospensione della partita Pescara-Livorno. Piermario Morosini venne portato all’ospedale Santo Spirito della città abruzzese, mentre la partita veniva rinviata. I giocatori di entrambe le squadre si precipitarono all’esterno dell’ospedale nella speranza di ricevere buone notizie. Ma alle ore 16:45 arrivò la brutta notizia: il centrocampista era morto dopo disperati tentativi di salvarlo. La Figc fermò subito l’intera giornata di tutti i campionati. Nel mese di luglio furono resi noti i risultati definitivi dell’autopsia che confermarono i primi sospetti: a causare la morte del calciatore era stata una rara malattia ereditaria, la cardiomiopatia aritmogena.



Tre medici vennero condannati e poi prosciolti per non aver usato il defibrillatore, ma le polemiche furono aspre.